Acqua bene prezioso, ma il sistema è un colabrodo: la rete lombarda ne disperde il 32%

Tra i capoluoghi va peggio a Varese, Lecco e Sondrio con il 44%. Solo Como e Pavia sono esempi virtuosi restando sotto il 10%. Impietoso il confronto con l’Europa

Lavori sull'acquedotto

Lavori sull'acquedotto

Milano – Oro blu disperso per effetto delle perdite nelle reti di distribuzione: in Lombardia ‘sparisce’ così il 31,8% di 1,3 milioni di metri cubi immessi in rete ogni giorno.

Se guardiamo ai soli capoluoghi, la percentuale di perdite scende a una media del 24,8%, secondo quanto comunicato dall’Istat in occasione della Giornata dedicata all’acqua, con dati aggiornati al 2022. Tra le singole città, quelle dove le perdite idriche assumono le cifre più rilevanti sono Varese, Lecco e Sondrio con oltre il 44% di perdite idriche totali rispetto ai volumi immessi in rete. Tra il 20 e il 30% si collocano Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona, mentre sotto il 10 ci sono solo Como e Pavia.

Guardando al trend, c’è un miglioramento rispetto agli ultimi anni. A Brescia, ad esempio, il Comune precisa che "le perdite di rete in città sono in continua diminuzione, come certificato di recente anche dall’Arera. La percentuale di dispersione è passata dal 31,9% del 2017 al 27% del 2023". In generale la media lombarda di perdite idriche è inferiore a quella nazionale, che arriva addirittura al 42,4%.

Il bicchiere però è letteralmente mezzo vuoto quando si fa il confronto con l’Europa, dove l’intero Paese si configura tra i peggiori. Solo Romania, Irlanda e Bulgaria fanno come o peggio dell’Italia, con medie di acqua persa uguali o superiori alle nostre. Ovunque va decisamente meglio: i Paesi Bassi sono i più virtuosi con perdite del 5%, in Germania si collocano al 6%, in Danimarca arrivano all’8. Altra nota dolente resta il consumo pro capite giornaliero. Ogni giorno vengono immessi in rete in Lombardia 381 litri pro capite, a fronte di una media nazionale di 371.

Nei capoluoghi di provincia, le punte più alte si hanno a Lecco (425), Milano (413 litri), Brescia (411), Sondrio (401) mentre all’ultimo posto c’è Mantova con 292 litri a persona. Per gli usi autorizzati, le reti comunali di distribuzione erogano 260 litri di acqua potabile per abitante (214 litri la media nazionale) con punte di 358 a Milano, 338 a Pavia, 296 a Brescia. Considerando che in Europa la media di litri consumati giornalmente è di circa 120 per abitante, siamo ancora a cifre elevate, pari a più del doppio di quello che fanno in media gli altri Paesi europei.

Secondo l’ultimo rapporto Eurispes sullo stato delle acque, in Italia "i prelievi tendono a essere legati tanto alla disponibilità della risorsa quanto alla percentuale di popolazione residente": in pratica, abituati ad avere una disponibilità importante d’acqua, non siamo educati ad usarla in modo consapevole. "In assenza di investimenti che possano favorire la captazione, l’immagazzinamento, il trasporto, la distribuzione, la depurazione e il riuso delle acque – è il monito di Eurispes – si rischia di cronicizzare il problema rendendo la mancanza d’acqua una questione strutturale, come sta avvenendo anche in altre aree del pianeta".

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