
Alexander Boettcher ha assistito impassibile alla lettura della sentenza (LaPresse)
Milano, 14 luglio 2017 - A nulla è servito ad Alexander Boettcher il cambio di strategia deciso dalla sua nuova difesa che ha puntato tutto sui risarcimenti milionari versati alle vittime della gang dell’acido con un accordo fuori dai procedimenti, e su un conseguente sconto di pena, facendo leva anche sulle «ammissioni dei propri errori» da parte dell’imputato che, invece, si era sempre professato innocente. Anzi dovrà rispondere, in concorso con la sua ex Martina Levato, anche per la tentata evirazione di Antonio Margarito. La Corte d’Appello ha confermato la condanna a 23 anni di carcere per il broker, inflittagli nel marzo del 2016 per le aggressioni con l’acido, che va a sommarsi ai 14 anni in secondo grado per il blitz contro Pietro Barbini.
La Corte, presieduta da Grazia Orsini, ha accolto in toto le richieste del sostituto pg Maria Grazia Omboni e ha disposto anche la trasmissione in Procura del verbale con le dichiarazioni rese in aula due mesi fa dall’ormai ex amante di Alex e ora accusatrice Martina Levato (già condannata a 20 anni in appello per tutti i blitz), perché si proceda contro il giovane anche per la tentata evirazione di Margarito, «in concorso» con l’ex studentessa bocconiana.
Un episodio questo, sempre del 2014 come i blitz con l’acido (Stefano Savi e Barbini vennero sfigurati, il primo per un errore di persona, mentre Giuliano Carparelli riuscì a salvarsi) che era contestato a Boettcher solo all’interno dell’accusa di associazione a delinquere. Ora i giudici hanno di fatto dato il via ad un’altra inchiesta a carico del broker per concorso in quelle lesioni. Martina, infatti, aveva sostenuto che l’ex compagno era stato il «regista» anche di quella sua azione contro Margarito, pure lui un ragazzo con cui lei aveva avuto una fugace relazione.
«Speravo in una condanna più bassa, ma so che devo espiare una pena», è stata la reazione di Boettcher alla sentenza «accettata con dignità», stando a quanto spiegato dal suo avvocato Corrado Limentani, entrato ieri a processo quasi finito, nella difesa assieme al legale Ermanno Gorpia, dopo una girandola di difensori che ha caratterizzato i procedimenti. Per l’avvocato Limentani, la decisione della Corte è stata «uno sbaglio» anche perché, come già evidenziato nelle arringhe, Boettcher mesi fa ha risarcito con milioni di euro le vittime dei blitz, che erano parti civili e sono uscite dal processo. «Di questo i giudici dovevano tenere conto», ha aggiunto il legale. In mattinata, tra l’altro, la difesa aveva anche provato a far rinviare il processo a dopo il 26 settembre, data dell’udienza in Cassazione sul caso Barbini, per provare, in caso di conferma dei 14 anni, a patteggiare una pena in continuazione con quel reato nel processo milanese.