
di Nicola Palma
Cinque anni e due mesi di reclusione. E un anno in una casa di cura, a pena espiata. Tanto dovrà scontare Cristian Lepore, che dodici mesi fa accoltellò alla gola uno degli agenti della polizia locale di Bresso inviati nell’appartamento in cui il cinquantenne viveva con madre e sorella per un accertamento sanitario obbligatorio. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice Teresa De Pascale ha ricostruito tutte le fasi dell’aggressione, sulla base di annotazioni e verbali dei carabinieri.
Sono le 15 del 19 novembre 2020, siamo in via Bologna 6. I quattro vigili entrano nel cortile interno dello stabile e si imbattono nell’uomo, già seguito dal Cps, che, alla vista di un’ambulanza, corre verso le scale, sale al terzo piano e si barrica all’interno dell’abitazione: "Questa volta mi faccio la galera per bene... Ho un coltello in mano, se esco faccio una strage, mi accoltello, mi butto giù dalla finestra". Gli agenti riescono a entrare a casa con le chiavi della sorella, ma in due vengono feriti dal cinquantenne: il più grave è il quarantatreenne F.M., che finisce al Niguarda con un profondo taglio al collo che necessiterà di un delicato intervento chirurgico per la ricostruzione di un nervo facciale. "Per alcuni attimi – riferirà poi il vigile – ho pensato che mi avesse colpito con un pugno, ma poi mi sono accorto che stavo perdendo molto sangue dal collo". Lepore viene subito bloccato e ammanettato: "Ho visto entrare in casa persone con la tuta bianca (per l’emergenza Covid, ndr) e mi sono spaventato: quando si sono avvicinate e mi hanno spinto, io devo averle colpite, ma non volevo", l’ammissione. Un anno dopo, ecco la condanna con giudizio immediato a cinque anni e due mesi per il tentato omicidio dei due agenti, mitigata dalla valutazione del perito sulla capacità di intendere e volere del cinquantenne "parzialmente scemata all’epoca dei fatti a seguito delle condizioni psichiche".
Nel dispositivo, il giudice ha pure stabilito una provvisionale di 7mila euro in favore di F.M., assistito dall’avvocato Michele Cinquepalmi e seguito sin dall’inizio della vicenda dal Sulpm, e 2mila al collega S.S, che quel pomeriggio se la cavò con un taglio superficiale allo zigomo sinistro.