A2A in assemblea Tante domande Nessuna risposta

Enrico

Marcora

Perché A2A non incontra i soci? Sono possessore di alcune azioni di A2A perché credo nel business dell’energia e nel ruolo importante di A2A nel territorio lombardo. Con diligenza in vista dell’assemblea dei soci ho chiesto l’iscrizione a libro soci per partecipare alla assemblea. Dopo qualche giorno mi viene comunicato che, invocando la situazione pandemica Covid, non viene fatta l’assemblea in presenza, ma la partecipazione avviene con domande scritte e tramite una piattaforma per esercitare il voto. In sostanza con questo strumento tecnico, assolutamente legale, ottiene il risultato di evitare il giusto dialogo tra azionisti e manager della azienda. Ricordo che A2A è, per la maggioranza, una società di proprietà dei cittadini di Milano e Brescia. Inoltre, molti i milanesi e bresciani con il contesto attuale di bombardamenti mediatici della guerra del gas , si interrogano su quali siano le conseguenze possibili per i milanesi e bresciani.

Ma allora perché, invece di agevolare, non dare la possibilità ai cittadini azionisti di avere un chiarimento su questi temi? Nascono dei sospetti, sono forse restii al confronto in assemblea ? Vediamo alcuni interrogativi. In primis il tanto annunciato piano strategico decennale. Nel mondo dell’energia un piano decennale non ha senso visto la velocità delle variabili energetiche. Ma soprattutto il piano prevede investimenti per 18 miliardi di euro in dieci anni. Il gruppo A2A nel 2021 fa 550 milioni di utili e 768 milioni di investimenti. Se si ipotizza 1,8 miliardi di investimenti all’anno vuol dire ogni anno si aumenta l’indebitamento di quasi 500 milioni (e si ipotizza non dividendi altrimenti si tocca il miliardo). Ma vi sembra una cosa logica? È ovvio che dopo qualche anno un aumento di capitale potrà essere richiesto ai soci. E Milano e Brescia dove vanno a trovare le risorse?

Nel frattempo osservo con preoccupazione per A2A i vari fondi finanziari internazionali che si aggirano per azzannare la società in un momento di debolezza. E che dire dell’operazione Ardian per A2A prima annunciata e poi scomparsa? E che dire di acquisizioni, pagate con i soldi dei milanesi e dei bresciani, alquanto discutibili? E che dire di tutti i black out avvenuti durante l’estate 2021 per i milanesi? Si ripeteranno ancora? E che spiegazioni danno gli amministratori sul futuro del gas e che tipo di contratto ha in corso A2A con i fornitori del gas? E non è lecito chiedere le previsioni di dove arriverà la bolletta del gas e della corrente elettrica nel prossimo futuro? E le aziende lombarde che conto avranno nei prossimi mesi per gas ed energia elettrica ? E che influenza avrà la siccità sull’idroelettrico di A2A? Di domande ce ne sarebbero ancora tante. E sono le domande che si fanno in una assemblea e che si chiariscono con il dibattito con gli amministratori. Spiace che i Comuni di Milano e di Brescia e i sindaci Sala e Del Bono non abbiano a cuore un dialogo con i cittadini. Se mai mi dovesse capitare di ridiventare consigliere comunale di Milano, il primo atto sarebbe di convocare una Commissione Partecipate e far intervenire gli amministratori di A2A a dare risposte.

Esponente di Fratelli d’Italia

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