Ansia, insonnia, sindrome da stress post-traumatico (Ptsd). Soprattutto depressione. Un terzo delle persone che sono state ricoverate per Covid soffre di disturbi psicopatologici persistenti a tre mesi dalle dimissioni, in base a uno studio del San Raffaele pubblicato sulla rivista Brain, Behavior and Immunity. Secondo step di una ricerca del gruppo coordinato da Francesco Benedetti, psichiatra e professore alla Vita-Salute, su 226 pazienti (149 uomini, età media 58 anni) seguiti dall’ambulatorio del San Raffaele in cui un team multidisciplinare segue gli ex ricoverati per sei mesi dopo l’uscita dall’ospedale. Dopo tre mesi, il 36% dei pazienti ha indicato sintomi nel questionario e il 24% (un quarto) dopo la visita è rientrato nei criteri per almeno uno dei disturbi maggiori: depressione, ansia, insonnia, Ptsd.
"A soffrire di più sono le donne e chi ha una storia precedente di disturbi psichiatrici", spiega il professore. Questi pazienti in particolare, e in generale chi sviluppa forme depressive post-Covid, risponde particolarmente bene alle terapie, sia psicologiche che farmacologiche, ma la depressione dei quattro è il disturbo più persistente, e la sua gravità è legata all’intensità dello stato infiammatorio che segue le forme gravi di Covid anche per mesi dopo la guarigione. Secondo Benedetti, lo studio "conferma la stretta relazione tra risposta del sistema immunitario, stato infiammatorio e persistenza dei sintomi depressivi. Sappiamo che chi soffre di depressione maggiore presenta livelli più alti di citochine infiammatorie nel sangue", anche quando non ha avuto infezioni e malattie, e d’altra parte "che forti stati infiammatori aumentano il rischio di episodi depressivi. Covid19 è il paradigma di questo fenomeno e conferma di decenni di ricerca".