Il Cimitero Monumentale: una passeggiata fra arte e milanesi illustri

Il Cimitero Monumentale di Milano è un vero e proprio museo a cielo aperto: passeggiando fra cipressi e statue d'autore, scoprirete tanto della storia della città e delle personalità che, con la loro vita, le hanno dato lustro

L'elegante architettura del cimitero monumentale

L'elegante architettura del cimitero monumentale

Milano, 23 giugno 2016 - Sono tanti i cimiteri suggestivi in giro per il mondo: da quello di Père-Lachaise a Parigi al Cimitirul Vesel (o Cimitero allegro) di Sapanta, nella Romania settentrionale, noto per i colori accesi delle sue tombe, passando per il St. Louis Cemetery n. 1, il più antico e famoso cimitero della Louisiana, o per il cimitero della Recoleta a Buenos Aires.

In questo elenco non può mancare il Cimitero Monumentale di Milano, un vero e proprio museo a cielo aperto in cui si può passeggiare godendo delle linee eleganti dell’architettura neo-medievale del luogo, arricchite da numerosi richiami bizantini e gotici. La sua costruzione fu iniziata nel 1864 su progetto dell’architetto Carlo Maciachini: venne inaugurato nel 1866 e da allora vi hanno trovato posto numerose sculture italiane, sia di genere classico che contemporaneo, come templi greci, obelischi, e persino una riproduzione più piccola della celebre Colonna di Traiano. Passeggiando fra le tombe, troverete infatti opere di Lucio Fontana, Bruno Munari, Aldo Pomodoro, Medardo Rosso, Luca Beltrami e Giacomo Manzù.

Essere sepolti in questo cimitero è un privilegio che viene riservato a coloro che in vita hanno dato lustro alla città di Milano: è infatti una commissione a decidere chi potrà riposare nel Famedio (cioè nel “tempio della fama”), la struttura principale del Monumentale che si trova alla fine di via Ceresio, in compagnia di Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo, Carlo Cattaneo e tanti altri. Nessuno stupore, quindi, se passeggiando fra statue di donne che piangono i mariti, di angeli, di putti e sfingi, leggerete i nomi di famiglie conosciute come Visconti, Marelli, Frette, Branca, Falck, Treccani e Campari. In particolare, l’Ultima Cena realizzata in bronzo da Giannino Castiglioni per la sepoltura di quest’ultima famiglia viene scherzosamente chiamata dai milanesi “l’ultimo aperitivo”.

 Il pericolo di perdersi fra questi venticinque ettari di marmo e cipressi è davvero alto: se decidete di visitarlo, portate con voi una piantina.  Per il resto, abbandonatevi alla curiosità e cercate di godervi questa insolita passeggiata in un monumento che non è solo una celebrazione ottocentesca della città finalmente libera dal dominio straniero, ma anche della concretezza tipicamente milanese dei tanti che hanno onorato con la loro vita la città e il Paese.

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