Mantova, Palazzi record: è lo Zaia dei sindaci dem

Riconferma con oltre il 70%delle prefrenze: praticamente due mantovani su tre hanno votato per lui

Il sindaco Mattia Palazzi

Il sindaco Mattia Palazzi

Mantova, 23 settembre 2020 - Qualcuno lo chiama ‘lo Zaia lombardo’ ma non solo la fede politica scava un abisso tra il governatore veneto e il rieletto sindaco di Mantova Mattia Palazzi. A fare accostare le due figure sono le percentuali quasi ‘bulgare’ con le quali sono stati riconfermati: il 76% il leghista, oltre il 70% il primo cittadino. Praticamente due mantovani su tre hanno votato per lui.

Palazzi, 42 anni eletto da un rassemblement di centrosinistra, ha anche altre differenze: per esempio, non ha fagocitato gli alleati. La sua lista in 5 anni è passata dal 13% a più del doppio. Ma nel contempo il Pd è cresciuto dal 28% al 30, esattamente il contrario di quanto accaduto il Veneto alla Lega, in parte svuotata dalla compagine del governatore. "Ho avuto voti dal centrodestra", spiega euforico. Il suo avversario di centrodestra, Stefano Rossi, si è fermato al 22,2%; i 5Stelle di poco sopra il 4%. Ora per Palazzi comincia una nuova sfida. L’altra volta era Mantova capitale Europea della cultura 2016. Il nuovo mandato, invece, parte in piena emergenza Covid. La pandemia sta falcidiando i bilanci delle città d’arte, ma Palazzi ha già qualche idea. Il neosindaco in campagna elettorale ha puntato sulla gratuità degli asili nido. Ma ora c’è da fare di conto: "Per cominciare posso dire di aver trovato 15 per la città, finalmente verrà risolto il nodo dei passaggi a livello".

Il plebiscito raccolto da Palazzi, poi, ha il sapore di un pieno riscatto dopo la vicenda del presunto sex-gate che aveva avvelenato l’aria nel 2017. Palazzi era accusato da una testimone, che poi aveva ammesso di aver mentito, di aver messo in piedi un ricatto tra sesso e potere. Per il sindaco "i mantovani hanno scelto tra la politica delle cose reali e quella del fango".