Mantova: dai tempi dei Gongaza, con stile. La contessa d’Arco... da Belle Époque

Tre dei cento abiti restaurati ed esposti nella “dimora“ della potente famiglia: uno firmato dalla Maison Finzi

Uno dei cento vestiti d'epoca

Uno dei cento vestiti d'epoca

Mantova, 10 luglio 2022 -  Li indossavano gli eredi di una delle più potenti famiglie di Mantova, l’unica forse a poter rivaleggiare con i Gonzaga. Ora sono passati a preziosi manichini realizzati dagli stessi artigiani che riforniscono il Victoria and Albert Museum di Londra. Gli abiti della famiglia d’Arco tornano ‘a casa’, nella splendida dimora cittadina dei conti e consentono agli storici e ai curiosi di farsi un’idea della società che esprimevano. Per ora sono tre quelli esposti, ma si tratta di un primo assaggio: sono un centinaio infatti i capi ritrovati a Palazzo d’Arco. Nel museo in esso ospitato verrà allestita una sezione dedicata alla storia della moda e del costume. Il progetto della Fondazione d’Arco, sostenuto da Fondazione Comunità Mantovana onlus e Fondazione Cariplo, oltre che da un crowdfunding che ha fruttato oltre 60mila euro, si chiama "La moda racconta" ."E’ stata una vera e propria sfida - spiega il conservatore della Fondazione d’Arco Italo Scaietta - che non potevano realizzare da soli".

E infatti non è mancato l’aiuto di enti, aziende, semplici cittadini, e persino della soprano Eleonora Buratto, tutti persuasi della necessità di salvare un patrimonio a rischio. Ora arrivano i primi risultati visibili: dopo 4 mesi di lavoro del laboratorio di restauro tessile di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, hanno restituito 65 dei 100 abiti da restaurare. Gli altri saranno pronti entro fine d’anno. Tutti verranno conservati in appositi contenitori anti-deterioramento e poi esposti a rotazione nelle sale del museo. I primi tre capi in mostra sono un abito turchese realizzato all’inizio del ‘900 dalla Maison Finzi di Milano, una prestigiosa sartoria travolta dalle tragedie della guerra antinazista. Il secondo è uno smoking appartenuto al conte Antonio d’Arco e confezionato dalla sartoria Filippo Mattina di Roma nel 1898. Il terzo capo è un abito da sera di pailettes della collezione della contessa Giovanna d’Arco; lo stile è quello della Belle Époque e la confezione è del 1912. I vestiti troveranno posto in una grande vetrina allestita al piano nobile del palazzo e ‘indossati’ da manichini molto particolari. Si tratta di esemplari usciti dal laboratorio artigianale Cartepestebludiprussia di Modena, fornitori del Victoria and Albert Museum e di altre prestigiose sedi espositive. Le taglie sono quelle degli antichi proprietari. I capi verranno esposti a rotazione, mentre il guardaroba troverà posto in un archivio tessile, in via di allestimento. Il curatore scientifico della sezione museale sulla moda sarà il noto costumista Massimo Cantini Parrini, vincitore di 5 David di Donatello e candidato all’Oscar nel 2021 per Pinocchio di Matteo Garrone e quest’anno per Cyrano di Joe Wright.