Yana Malayko, i genitori della ragazza uccisa dall'ex visitano il luogo dell'orrore

Castiglione delle Stiviere, l'ultimo saluto di mamma Tatiana, arrivata dall'Ontario, e papà Oleksandr alla 23enne ucraina. "Ergastolo per Dumitru"

La camera ardente e i genitori di Yana

La camera ardente e i genitori di Yana

Castiglione delle Stiviere (Mantova), 6 febbraio 2022 - Ha voluto rivedere la figlia. Ha voluto vederla per l'ultima volta. Lo ha fatto in una delle camere mortuarie dell'ospedale di Mantova. Ma prima Tatiana Serberchuk, la madre di Yana Malayko, ha voluto essere nei luoghi dove Yana ha concluso un viaggio nella vita durato solo il breve respiro di ventitré anni. E' sbarcata in mattinata all'aeroporto della Malpensa, in arrivo da una cittadina dell'Ontario, dove vive da circa un anno, dopo avere lasciato l'Ucraina, dilaniata dalla guerra.

Ad attenderla il marito Oleksandr, Francesco Porrello, amico fraterno di Oleksandr, l'avvocato Angelo Lino Murtas, legale del padre di Yana, il criminologo Gianni Spoletti, consulente dell'avvocato Murtas. Il suo primo atto è stato quello di leggere, in inglese, un messaggio di ringraziamento alle autorità italiane, ai carabinieri, alla cittadinanza di Castiglione delle Stiviere (dove la figlia era vissuta negli ultimi tre anni), a quanti hanno partecipato alle ricerche e a coloro che hanno fatto sentire vicinanza e solidarietà.

E' poi iniziato un pellegrinaggio doloroso. Tatiana, Oleksandr e i loro amici, poco dopo le due del pomeriggio, hanno raggiunto Lonato del Garda, la strada di campagna dove Dumitru Stratan, secondo l'accusa, ha nascosto il corpo di Yana. Li attendeva Andrei, il giovane che Yana frequentava da qualche settimana. Abbracciati, in lacrime, devastati, Oleksandr e Tatiana hanno deposto ciascuno un cero e sostato a lungo davanti alla catasta di rami e rovi dove in questi giorni si sono allineati fiori, biglietti, palloncini candidi.

"Yana - ha detto mamma Tatiana -era la nostra anima, il nostro sole. Adesso questo sole è spento, ma è vivo nel nostro cuore. Era impossibile non amare Yana, non ammirarla". L'ultima telefonata, il 18 gennaio. Yana aveva definitivamente rotto con Dumitru e vedeva davanti a sé una nuova vita, serena, una famiglia. In lacrime, ma con voce ferma, la madre di Yara ha lanciato il suo appello: "Chiedo giustizia. Chiedo l'ergastolo. Chiedo giustizia per mia figlia, la mia unica figlia. La giustizia per Yana sarà la giustizia per tutte le donne".

Ancora un breve trasferimento, poco più di un chilometro, alla località Valle, nel territorio di Desenzano, dove la Mercedes di Stratan, che aveva nel bagagliaio il cadavere di Yana si è impantanata all'altezza di via Albana. Per cinque ore il corpo è rimasto chiuso nel bagagliaio. Intanto era arrivato il nulla-osta della Procura di Mantova. I genitori di Yana hanno raggiunto il capoluogo, l'ospedale "Carlo Poma". Lì, in una camera mortuaria, hanno rivisto la figlia e l'hanno potuta riavere, dopo il dolorosissimo rito del riconoscimento. Sono stati tornati con lei a Castiglione. La camera ardente è stata allestita alla casa funeraria "Antea", che si è offerta gratuitamente per i servizi funebri. Lo stesso ha fatto il Vivaio Massardi.