Mantova, 20enne ucciso dopo una rissa: fermato un 22enne. Ancora dubbi sul movente

L'aggressore era a bordo di un treno, in fuga verso Verona, ed ora in attesa dell'interrogatorio di garanzia in carcere: la vicenda è tutta da chiarire

Carabinieri

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Mantova - In fuga a bordo di un treno diretto a Verona, dove abita da tempo, per non farsi prendere dai carabinieri che però, ormai, l'avevano individuato come il responsabile dell'aggressione a colpi di coltello nella quale ha perso la vita il 21enne Abdul Mobarik Zanre, originario del Ghana e residente a Marcheno, in provincia di Brescia. Vittima di una rapina o di un litigio per spartirsi il bottino in un'aggressione a terzi in cui i due erano complici o, addirittura, per questioni di droga. O.H., 22 anni, marocchino senza fissa dimora, la cui presenza era segnalata da tempo a Mantova, un giovane con numerosi precedenti per rissa e aggressione, quando ha visto i militari non ha opposto resistenza. E si è fatto arrestare.

Nel carcere di Mantova dove è stato rinchiuso, è previsto l'interrogatorio di garanzia. Dovrà spiegare al pubblico ministero Paola Reggiani come si siano svolti i fatti e, soprattutto, che cosa ci sia dietro l'aggressione di lunedì sera in via Bonomi, nel pieno centro di Mantova, a due passi dalla stazione ferroviaria. Per ora i carabinieri del reparto operativo che si stanno occupando delle indagini mantengono il più stretto riserbo sul movente. Fanno sapere di aver individuato O.H. come responsabile dell'assassinio del giovane ghanese dopo aver esaminato attentamente i filmati delle telecamere di video sorveglianza della zona e incrociando le testimonianze di alcuni residenti che, dal balcone di casa, avevano assistito all'aggressione.

In particolare, quella di una donna che ha detto di aver notato in tutto quattro persone sulla scena del delitto: "Ho visto tre persone che litigavano e una quarta cadere a terra: si teneva l'addome piangeva e urlava che voleva indietro il suo telefono. Poi i tre sono scappati appena hanno sentito le sirene dei soccorsi". Un altro testimone ha raccontato che "Due di loro, però, davano la sensazione di essere intervenuti in aiuto del ragazzo di colore".

La vicenda è ancora tutta da chiarire. Sembrerebbe farsi strada l'ipotesi della rapina finita male, ma i carabinieri non confermano, lasciando intendere di lavorare anche su altre piste, come quella della droga. Hashish, infatti, è stato trovato nelle tasche dell'arrestato. Poca cosa, però. Un'altra pista sarebbe quella del furto di un cellulare compiuto dalle quattro persone ai danni di un operatore ecologico e che la lite sia scoppiata per spartirsi il bottino. Questa ricostruzione, fattasi strada nei primi momenti dopo l'accoltellamento, via via che passava il tempo ha perso sempre più di credibilità.

Anche perché, nel frattempo, sono arrivate alcune altre testimonianza dal paese del Bresciano dove abitava Zanre, anche lui con alcuni piccoli precedenti alle spalle. Il ragazzo, infatti, giunto in paese tre anni fa come richiedente asilo, sarebbe venuto a Mantova per incontrare un amico in un paese vicino. Una volta sceso di sera dal treno si sarebbe incamminato verso il centro alla ricerca di un bar aperto per mangiare qualcosa. Ed è qui che avrebbe incontrato il marocchino che l'avrebbe rapinato. E poi accoltellato all'addome con un unico fendente. Quando sono arrivati i soccorsi il 20enne era già in fin di vita. Trasportato all'ospedale Carlo Poma si è spento ieri mattina dopo alcune ore di agonia.