Omicidio Yana Malayko, dal maglione al trolley: i reperti alla prova del Ris

Analizzate per tutta la giornata le tracce di sangue e biologiche da cui verranno estratti i profili genetici

I carabinieri del Ris di Parma nell’appartamento in cui è stata uccisa Yana Malayko

I carabinieri del Ris di Parma nell’appartamento in cui è stata uccisa Yana Malayko

Castiglione delle Stiviere (Mantova), 9 marzo 2023 – Tracce di sangue. Tracce biologiche. Nei laboratori del Ris di Parma è iniziata e si è protratta per l'intero pomeriggio la ricerca della verità scientifica sulla morte di Yana Malayko, la notte fra il 19 e il 20 gennaio, in un appartamento al quarto dei dieci piani del "grattacielo" in piazzale della Resistenza, a Castiglione delle Stiviere.

Dumitru Stratan, ex fidanzato delle 23enne ucraina, è in carcere a Mantova accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere. È stato esaminato il piccolo trolley in cui chi l'ha uccisa ha tentato di comprimere il corpo di Yana, una valigia alta 65 centimetri, larga 40, profonda venti. Sono state trovate macchie di sangue e tracce biologiche da cui verranno estratti i profili genetici da attribuire alla vittima, al moldavo 33enne, ad eventuali altre presenze.

Il tentativo di rinchiudere il corpo nel trolley era incredibilmente riuscito ma non del tutto perché la testa fuoriusciva. Il trolley è stato così avvolto in un cellophane sottile, del tipo a rotolo, sigillato con nastro adesivo gommato, avvolto ancora in una coperta di pile bianco e rosso e tutto è stato racchiuso in un lenzuolo a strisce blu, con gli angoli elasticizzati, prelevato dal letto. Un tragico involucro che pesava almeno una sessantina di chili.

C'è da chiedersi allora se qualcuno ha aiutato Dumitru Stratan a collocare, dopo averlo sollevato, un involucro così pesante nel bagagliaio della sua Mercedes senza lasciare tracce ai bordi, cosa che sarebbe sicuramente avvenuta se l'operazione fosse stata compiuta da una sola persona. Il sospetto dell'avvocato Angelo Lino Murtas, legale dei genitori di Yana, e del suo consulente, il criminologo Gianni Spoletti, è quello della presenza di almeno un complice nel reato di occultamento di cadavere.

Tutti questi reperti, cellophane, nastro adesivo, coperta e lenzuola sono stati analizzati e sono stati prelevati dei campioni. Identica operazione per le federe, su cui sono rimaste piccole tracce di sangue, e su due asciugamani insanguinati, trovati in un sacco nero della spazzatura, usati nel tentativo di ripulire le macchie ematiche nella camera da letto, il locale dove è stata uccisa Yana.

Sotto la lente anche un maglione di Yana di colore beige, con macchie di sangue sul polsino della manica sinistra, meno evidenti sul destro. Il cadavere era vestito con un pigiamino, canotta e calzoncini. Si deve allora presumere che la ragazza, una volta rincasata quella notte, abbia indossato il maglione sopra il pigiama mentre attendeva Stratan, che aveva voluto incontrarla con la scusa di restituirle il cagnolino. Il maglione si era rivelato ingombrante quando si era cercato di infilare Yana (ancora viva, secondo l'avvocato Murtas e il criminologo Spoletti) nel piccolo trolley. Così le era stato sfilato di dosso.