Chi è e quando rientrerà in Italia Maya Papotti, la cooperante mantovana evacuata da Gaza

La 35enne dopo aver lasciato la zona interessata dai conflitti è arrivata in Egitto e ora è in attesa di rientrare a Mantova. La madre: “Sta bene, questo è l’importante”

Maya Papotti, la cooperante mantovana evacuata da Gaza

Maya Papotti, la cooperante mantovana evacuata da Gaza

Sembra essere giunta quasi al termine l’incubo di Maya Papotti, una delle tre donne lombarde volontarie di organizzazioni non governative uscite dalla Striscia di Gaza dal varco di Rafah. Gli ultimi aggiornamenti riguardo al suo rientro a Mantova arrivano direttamente dalla madre: “Mia figlia è ancora al Cairo e, a quanto mi è stato detto, dovrebbe partire domani per l'Italia”.

Clara Mari è in contatto costante con figlia. “Le ho parlato ancora e sta bene, questo è l'importante - dice al telefono dalla sua casa di Levata, nell'hinterland di Mantova - Adesso è ancora al Cairo ed è probabile che venga imbarcata domani su un aereo per l'Italia. Almeno così mi è stato detto”.

La 35enne cooperante si trovava nella striscia di Gaza per il suo operato con l’associazione Azione contro la fame, un’organizzazione che da più di 40 anni si batte contro la fame e alla malnutrizione infantile, in Italia e nel mondo. Ma non è il primo impegno di Maya volto ad aiutare il prossimo. Dopo la laurea in scienze politiche e relazioni internazionali alla Statale di Milano e il master all’università di Bologna in sviluppo locale e globale la ragazza di Levata ha iniziato a girare il globo di Paese in Paese sempre con un solo obiettivo: aiutare il prossimo.

La giovane mantovana infatti, prima del suo impegno con Azione contro la Fame, ha collaborato con le più importanti Ong del mondo: dal 2017 al 2020 ha ricoperto diversi ruoli in Greenpeace nella sede di Amsterdam, dai più amministrativi fino alle azioni sul campo. Poi il passaggio ad Emergency, con un anno speso in Sierra Leone. Poi 5 mesi in Moldova, prima di iniziare il lavoro nella striscia di Gaza nel gennaio 2023 con Azione contro la fame.

Ora che sembra essere sfuggita alle atrocità della guerra a Gaza, il suo pensiero rimane sempre rivolto agli altri, in questo caso ai colleghi e alle persone rimaste bloccate nella zona dei bombardamenti: “È un sollievo essere lontani perché la situazione a Gaza è stata davvero difficile, ma sono molto preoccupata per il resto del team e per la popolazione. Dopo aver lavorato lì per mesi e aver vissuto in prima persona questa terribile crisi, io e i miei colleghi abbiamo una visione chiara della risposta umanitaria che deve essere attivata con urgenza”.