
Charles Spence
Mantova, 4 ottobre 2020 - Può lo stesso caffè sembrare più dolce o più amaro a seconda del colore della tazza in cui è versato? E la medusa apparire un cibo saporito se accompagnata dal 'giusto' accompagnamento musicale? Possono sembrare domande bizzarre, invece sono le curiosità offerte dalla gastrofisica, una scienza che studia le ragioni profonde per le quali si accetta o si rifiuta una cibo. Una scienza che è essenziale alla grande distribuzione alimentare: se ne è parlato al Food and Scienze Festival di Mantova. A illustrarle è stato Charles Spence, psicologo con cattedra a Oxford e autore di un libro recentemente traditto in italiano che si intitola 'Gastrosofia, i sensi del cibo'.
Il professore inglese è partito da illustri progenitori della astrosofia: i romani che , ad esempio usavano servire triglie colorandole con le tinte più sgrargianti (<Il primo esempio storico di gastroporn> ha detto Spence) o Filippo Tommaso Marinetti, padre italiano del Futurismo che nel 1932 scrive un libro di cucina nel quale la ricetta delle rane è accompagnata da un sottofondo musicale con il gracidare appunto di rana. L'esempio marinettiano oggi è finito nei grandi ristoranti di Londra, dove gli chef molecolari servono meduse mentre i clineti in cuffia ascoltano il rumore delle onde, oppure sushi accompagnato da un sottofondo di voli di gabbiano. Altri cuochi scelgono la vista per 'insaporire' i cibo, e inventano insalate ispirate a Kandinsky e filetti d'oca reinterpretati 'alla PIcasso'. Ma la gastrofisica non fornisce solo curiosità, come il caffè che 'cambia' dolcezza a seconda del colore della tazza, ' ma anche business, come sanno bene i produttori di patatine in sacchetto: le più vendute non sono le più saporite ma quelle che fanno meglio crunch.