Mantova, strage di pulcini e uova di aironi: centinaia di nidi distrutti in una garzaia a Viadana

I carabinieri forestali sono intervenuti per fermare l’abbattimento di un pioppeto dove avevano nidificato aironi e altri trampolieri. Sotto rami e fronde sono rimasti tantissimi uccelli morti o feriti

Un esemplare ferito e un uovo distrutto

Un esemplare ferito e un uovo distrutto

Viadana (Mantova) – Decine di pulcini uccisi, uova rotte, nidi distrutti. Un danno gravissimo per la biodiversità. è successo nel Mantovano, a Viadana, dove solo il tempestivo intervento dei Carabinieri forestali di Mantova ha impedito che un’importante garzaia situata tra San Matteo delle Chiaviche e Villastrada venisse completamente distrutta da parte di chi stava tagliando il pioppeto che ospitava decine di nidi di aironi ed altri uccelli acquatici protetti.

La garzaia è un luogo dove molte specie di uccelli trampolieri di passo, gli ardeidi, in particolare aironi, nitticore, garzette, nel periodo primaverile, costruiscono ogni anno i nidi per la deposizione delle uova e la cura dei propri pulcini. Essendo specie gregarie, questi uccelli in Pianura Padana scelgono degli habitat con alberi d’alto fusto, principalmente formazioni boschive ripariali quali saliceti, ontaneti, boschine miste, ma anche canneti, per costruirvi decine di nidi dove condurre la loro attività riproduttiva. Purtroppo, frequentemente, i siti prescelti sono dei semplici pioppeti, diffusissimi in Pianura Padana all’interno delle golene del Po e dei suoi affluenti, impianti artificiali di alberi a rapido accrescimento per la produzione di legname per l’industria della carta e dei pannelli.

Questo è ciò che accade normalmente e non è un problema, in genere, visto che l’abbattimento può avvenire nei mesi in cui le garzaie sono disabitate. Nel caso mantovano, il pioppeto era giunto a fine turno (solitamente 10/12 anni dall’impianto) e il proprietario aveva deciso di abbatterlo per ricavarne il legname previsto, senza curarsi della presenza di decine o centinaia di nidi. Come fanno sapere i carabinieri, l’utilizzazione dell’arboreto è iniziata senza alcuna preoccupazione per i nidi, ben visibili date le loro dimensioni, presenti. Nel giro di poche ore di lavoro l’abbattimento a raso di buona parte dell’impianto arboreo ha comportato una strage di nidi, che sono restati schiacciati sotto tronchi e chiome pesanti quintali i quali, schiantandosi al suolo, hanno ucciso pulcini, distrutto uova e di fatto quasi azzerata la riproduzione di quella colonia, con un danno gravissimo per la biodiversità e la conservazione di uccelli protetti non solo dalla legislazione nazionale sulla caccia ma anche dalle Direttive europee e mondiali recepite dall’Italia, come la Direttiva Uccelli del 2009, la Direttiva Habitat del 1992, ma ancor prima la Convenzione di Berna del 1979.

Qualcosa però si è salvato. Grazie alla segnalazione di alcune persone del posto al Gruppo Carabinieri forestale di Mantova, nella mattinata di ieri mercoledì 22 maggio, quattro militari si sono rapidamente recati sul posto, dove hanno immediatamente intimato il fermo lavori alla ditta di contoterzisti che stava atterrando le piante di pioppo. Sotto i tronchi e le ramaglie ormai abbattuti sono stati rinvenuti decine di nidi, con uova schiacciate, pulcini morti o in fin di vita, adulti storditi o feriti. Fortunatamente l’intervento ha scongiurato danni estremi, preservando circa un quarto del pioppeto dall’ulteriore abbattimento, ma il danno è comunque molto grave.

Con l’aiuto di alcuni naturalisti, molti nidi e uccelli sono stati rinvenuti, censiti, classificati, e quelli feriti, grazie alla collaborazione della Polizia provinciale, avviati verso i centri di recupero più vicini, per un estremo tentativo di cura e liberazione: sulla base degli esemplari e delle carcasse rinvenute, alcune decine, si stima che gli uccelli morti possano essere diverse centinaia, con altrettanti nidi distrutti. Sentita l’autorità giudiziaria, i forestali hanno messo sotto sequestro preventivo tutta l’area dell’impianto, per evitare che i lavori potessero venire proseguiti, e denunciato per la uccisione di animali attraverso la distruzione dei nidi gli esecutori materiali del gesto, che rischiano l’arresto da 2 a 8 mesi o l’ ammenda da 750 a 2.000 euro.