
L'ecotunnel
Mantova, 20 settembre 2015 - Sta cambiando le abitudini dei mantovani e dei visitatori, soprattutto cicloturisti, che percorrono le rive dei laghi attorno alla città. L’ecotunnel che bypassa il ponte di San Giorgio unendo la rocca di Sparafucile al campo canoa è entrato negli itinerari del parco che circonda la città di Mantova, migliorandone la fruibilità per le persone e offrendo anche un passaggio per la piccola fauna. Lungo 30 metri e largo 3 e mezzo, costato circa 300mila euro, è stato realizzato dal Parco del Mincio col supporto di Cariplo e Regione.
Sulla via Legnaghese oltre al sottopasso, sono stati realizzati i raccordi con le piste ciclabili esistenti e sono state predisposte zone verdi e umide. Il passaggio consente di accedere a una sponda poco conosciuta del lago di Mezzo, dove le bellezze sono molte: quelle naturali, con alberi secolari, quelle storico artistico - l’affaccio sul celebre profilo della Mantova rinascimentale da una prospettiva insolita -, quelle dell’arte del riciclo e con decine di installazioni di arte contemporanea.
Un tempo la sponda era più bassa rispetto al passaggio dell’ecotunnel: 2,50 metri al di sotto della quota del campo canoa. Il tunnel è realizzato in pendenza per poter assorbire senza danni le esondazioni programmate che si verificano quando i laghi di Mantova devono essere isolati tra loro e a sfiorare l’antico passaggio: durante i sondaggi è stato cercato e trovato il percorso di età gonzaghesca che scorre al di sotto del tunnel e in corrispondenza del quale è riproposta traccia.
Durandte i lavori è stata effettuata una ricerca storica per ricostruire le vicende dell’antico ponte e del borgo di San Giorgio dal 1400 ad oggi. Dall’ottobre scorso il maxicantiere da 6mila metri quadrati ha occupato parte del campo canoa e ha ospitato le grandi attrezzature necessarie alla realizzazione dell’opera. In pratica il tunnel, lungo 35 metri, stato costruito in calcestruzzo all’esterno lungo la riva del lago. Poi è stata costruita una rotaia nello spazio scavato sotto il ponte e il parallelepipedo è stato infilato al suo posto con una spinta idraulica di 3mila tonnellate. Terminato il complesso lavoro di collocazione, è stato necessario anche rendere sicuro l’accesso all’opera, che è stata dotata di telecamere per la videosorveglianza.
In questo caso l’occhio da Grande fratello servirà a scoraggiare i malintenzionati ma non solo: documenterà anche il transito della fauna locale che popola le due sponde e che per decenni è stata forzosamente separata. Piccoli mammiferi ma anche caprioli, una specie che sta colonizzando questa parte di pianura padana, potranno sfruttare il passaggio senza rischi. La documentazione sulla fauna sarà materiale prezioso per gli studiosi del comportamento animale e la sua raccolta conferma la vocazione “eco” del tunnel mantovano.