Lodi, l’anniversario della caduta del Muro scatena la bufera

In Sala Rivolta si è tenuta la “Festa di liberazione del Comunismo” con la Santanchè e Veneziani. In strada due presidi degli antifascisti

Marcello Veneziani e Daniela Santanchè in Sala Rivolta

Marcello Veneziani e Daniela Santanchè in Sala Rivolta

Lodi, 10 novembre 2019 - Le celebrazioni per i trent’anni della caduta del Muro di Berlino hanno scatenato vibranti polemiche in città. In riva all’Adda ieri la federazione provinciale di Fratelli d’Italia aveva organizzato, assieme alla delegazione lodigiana dell’associazione “Lealtà Azione” una conferenza intitolata “Festa di Liberazione dal Comunismo”. Una scelta lessicale non certo apprezzata dall’Anpi Provinciale del Lodigiano, che sempre nella giornata di ieri ha organizzato, come contromossa, una mattinata di presidio in piazza Broletto e davanti alla propria sede in via Cavour (proprio accanto alla Sala Rivolta, l’ex ridotto del Teatro alle Vigne dove si è svolto l’evento del partito di Giorgia Meloni e dell’associazione), distribuendo volantini e parlando con i passanti. 

«Non condividiamo il Fascismo – ha commentato Isabella Ottobelli, presidente provinciale di Anpi – un’ideologia politica non compatibile con la nostra Costituzione, e oggi a Lodi si sono radunati molti fascisti dichiarati e simpatizzanti tali con un evento il cui titolo rappresenta una stortura storica: il 9 novembre è stato dichiarato dal Parlamento italiano nel 2005 Giorno della libertà. L’unica festa di Liberazione in Italia è quella della dittatura nazifascista e si festeggia il 25 aprile. Una giornata che i fascisti hanno l’ansia di sminuire, ma la storia non si può modificare né esorcizzare». 

Fratelli d’Italia non ha fatto mancare risposte all’iniziativa di Anpi: «Il nostro voleva essere un evento culturale, di informazione per tanti giovani che non hanno vissuto quel periodo, per questo abbiamo invitato il giornalista e scrittore Marcello Veneziani – ha detto il segretario provinciale del partito Gianmario Invernizzi – è per colpa di una sinistra ancora becera che ha preso connotati politici. La sinistra dovrebbe ammettere che questa data per loro è un lutto: invito l’ingegner Caserini (Stefano Caserini, consigliere comunale in quota 110&Lodi, ndr ) a presentare un progetto di muro». Anche la senatrice Daniela Santanchè, ospite della mattinata, non ha risparmiato parole critiche nei confronti del presidio: «È vergognoso vedere un volantino che parla di fascisti a Lodi. Noi siamo qui per festeggiare la libertà, quella libertà che gli eredi dei comunisti, oggi travestiti da europeisti, vogliono limitare».

L’idea che il comunismo non sia morto ma che viva ancora è condivisa pure dall’assessore alla Casa del Comune di Lodi, Stefano Buzzi: «Purtroppo comunismo, pensiero unico, ideologia a senso unico a oggi esistono ancora. Quando Veneziani con un’analisi storica ci fa capire come fosse tutto malato, oggi, ancora oggi, abbiamo personaggi che vanno in giro a distribuire quei volantini, gli stessi che quando ho definito anacronistica la guerra di liberazione, mi hanno ignobilmente attaccato. Radical chic, buonismo, europeismo sono i mali da combattere». A questi interventi si è affiancato quello di Veneziani, che ha ripercorso la storia del Muro di Berlino, istituendo anche alcuni parallelismi con l’attualità. Dopo avere infatti richiamato la storia della costruzione del Muro e del ruolo importante giocato da Ronald Reagan, Michail Gorbaciov e Papa Wojtyla nel suo abbattimento, ha ricordato come «la morte del comunismo sia solo presunta, ci sono ancora oggi Paesi comunisti, come la Repubblica Popolare Cinese, e come l’Europa come la conosciamo oggi sia nata grazie alla caduta del comunismo».