Alla scoperta delle terme di Lodi, ecco l’antica Laus Pompeia

Dal governo oltre un milione di euro per una nuova campagna di scavi e il terzo lotto del parco archeologico

Area archeologica a Lodi

Area archeologica a Lodi

Lodi, 13 agosto 2020 - L’antica Laus Pompeia, la Lodi risalente all’età romana, grazie agli interventi che andremo a fare nella zona archeologica con 1,1 milioni di euro ottenuti dal Governo, diverrà la ‘porta di ingresso’ del circuito museale ‘diffuso’, aperto su tutte le altre realtà del Lodigiano».  Lo afferma Osvaldo Felissari, già deputato, sindaco di Lodi Vecchio, che dieci mesi fa ha partecipato ad un bando ministeriale per ultimare il recupero del nucleo storico dell’antica Lodi con la creazione del Parco Archeologico di Laus Pompeia, ottenendo i fondi. Laus Pompeia era un piccolo centro di origine celtica divenuto fiorente municipium romano ed importante comune nel primo medioevo fino alla distruzione, nel 1158, ad opera dei Milanesi e all’edificazione della nuova Lodi sulle rive dell’Adda, sotto l’egida di Federico Barbarossa. 

A partire dagli anni Cinquanta del Novecento a Lodi Vecchio ci furono alcune campagne di scavi: l’area della Corte Bassa venne vincolata per il ritrovamento delle fondazioni di una basilica romana, riutilizzate in età medievale nella costruzione di una cattedrale i cui resti sono oggi visibili; nel 1998 venne acquisito e recuperato il Conventino (300 metri quadrati), dal 2007 sede museale, la zona archeologica venne resa fruibile nello stesso anno, nel 2014 ci fu il taglio del nastro del Museo archeologico (900 metri quadrati), che custodisce i reperti. 

Il nuovo progetto prevede il recupero del terzo immobile che insiste nell’area, in stato di avanzato degrado, ovvero la ‘padronale’ tra le case coloniche che si innestavano sulla colonna absidale, anche quest’ultima oggetto di intervento, della originale basilica.  Al piano terra dell’edificio verranno realizzati servizi, il piano superiore, con una terrazza, sarà polifunzionale. Ma, soprattutto, si darà vita ad una nuova campagna di scavo per far emergere le terme romane. «La presenza delle terme è stata suggerita durante gli ultimi scavi, 15 anni fa - spiega Felissari -.  A scomputo di una recente lottizzazione abbiamo ottenuto un’area di 4mila metri quadrati che recupereremo a macchia verde e che, unita ai 12 mila metri quadrati esistenti, completerà il Parco archeologico, rendendolo ancora più accogliente.  L’area archeologica, inoltre, si presta ad eventi: è già in una conca naturale, adatta a rappresentazioni sceniche con giochi di luce, come sperimentato con successo l’anno scorso».