Sos cori lombardi: "Ci autotassiamo per sostenerci, servono sedi e sostentamenti adeguati"

Cori Lombardia, tramite il Monte Alben di Lodi, sta intanto coinvolgendo gruppi di più province per salvaguardarli dallo scioglimento

Il coro Monte Alben di Lodi

Il coro Monte Alben di Lodi

Lodi, 24 ottobre 2022- Il pregresso divieto di provare per il Covid, la necessità attuale, a tutela dei partecipanti, di avere spazi adeguati per incontrarsi e infine la mancanza di fondi stanno piegando i cori della Lombardia. Il Coro Monte Alben di Lodi, per esempio, dopo i lockdown, ha ripreso la propria attività però, al tavolo della cultura del Comune di Lodi, ha ribadito che occorre uno spazio dedicato dove provare: “Siamo costretti a pagare le spese di una sede privata ma, senza entrate, è durissima” testimoniano i coristi. “Anche se le regole imposte dalla pandemia non sono più così restrittive, la nostra attuale sede, cioé il circolo Cerri di viale Pavia a Lodi, è comunque piccola per cantare insieme e quindi, per evitare contagi, facciamo le prove nella chiesina vicina a via Cadamosto, che fa parte della parrocchia di San Gualtero e ci viene gentilmente concessa. Ma non è comodissimo- spiega il presidente Massimiliano Castellone-. Comunque, ritrovarsi finalmente a fare prove è positivo e stiamo organizzando una serie di iniziative, come una rassegna a Lodi il 19 novembre, con un coro toscano, un concerto in una casa di riposo etc., per tornare a farci conoscere. Non abbiamo ancora un calendario, però vogliamo proporre di sicuro anche un concerto di Natale a Lodi e uno sul territorio. La pandemia ci condiziona nelle prove e nell’organizzare manifestazioni, ma occorre impegnarsi per ottenere sostegno da più parti” precisa.

Il lodigiano Castellone è vicepresidente di “Cori Lombardia” e con questo sodalizio ha quindi organizzato l’evento “salva crisi” “Cori per la pace”. L’appuntamento, che coinvolgerà più realtà di due province, è programmato per sabato 29 ottobre a Lodi, al Carmelo San Giuseppe, dalle 17, con letture e canti sulla pace, santa messa animata dai cori e al termine, la loro esibizione. Si esibirà per primo il Coro Monte Alben città di Lodi, diretto da Alberto Cremonesi, seguiranno l’Associazione Corale Santa Cecilia di Pandino, diretta da Ivan Losio e il coro della parrocchia San Gualtero di Lodi, diretto da Rachele Monguzzi. “Vorremmo diventasse una iniziativa itinerante, per dare voce a tutti i cori, anche se non parrocchiali. Sodalizi che, per un motivo o per l’altro, soprattutto in pandemia, si stanno perdendo o non hanno una identità” chiarisce.

Soltanto proponendosi, infatti, ci si può far conoscere, apprezzare e si può crescere. “Io sono vicepresidente di “Cori Lombardia” e nel 2023, quindi, noi lodigiani, parteciperemo a iniziative a largo raggio, cercando di dare un colpo di vita all’attività, che richiede una cultura tecnico musicale di un certo profilo, non è una improvvisazione tra 4 amici. Ci prepariamo su testi armonizzati scritti da professionisti, il nostro direttore ce li deve insegnare. La maggior parte di noi non ha infatti studiato musica, abbiamo un minimo di preparazione, non sappiamo leggere lo spartito e la partitura. Le tecniche di insegnamento prediligono l’aspetto mnemonico, quindi servono pazienza e molte prove”. Le difficoltà sono diverse: ”Ora, nel nostro coro a cappella, siamo 30 persone sulla carta, ma l’età sta limitando la partecipazione di alcuni soggetti, colpiti da problemi di salute - e aggiunge -. Al momento la partecipazione ai bandi è stata limitata dalla nostra formazione giuridica, sto quindi cercando di risolvere e invito tutti i cori a fare lo stesso passo, per salvarsi. Per ottenere fondi, devi essere iscritto al registro provinciale, o essere Azienda di promozione sociale, iscritta al registro unico nazionale del terzo settore, ma questo richiede l’adeguamento dello statuto. Abbiamo deliberato di farlo, ma serve tempo”. Non è una questione di doversi comprare strumenti. L’unico strumento utilizzato dal coro durante le prove è infatti una pianola. “Però serve un sostentamento per poter girare, organizzare eventi, sostenere le spese di affitto di una struttura privata che poi è la nostra sede. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto pochissime entrate, ci autosostentiamo, ci tassiamo per portare a pari il bilancio. In tanti a Lodi abbiamo lamentato la mancanza di una casa della cultura e speriamo che il Comune intervenga. Non siamo gli unici a sentirne l’esigenza” conclude.