Visite negli ospedali, "violati diritti dei cittadini"

La denuncia del Coordinamento per la salute: tempi d’attesa lunghi e non si deve proporre al paziente l’alternativa privata convenzionata

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di Carlo d’Elia

Per un ecocardiogramma la prima data disponibile all’ospedale di Lodi è il 17 maggio 2023. Sedici mesi d’attesa per un controllo salvavita. Più di un anno anche per una visita di controllo dall’oculista: in agenda c’è spazio solo dal 10 marzo 2023. Poco meno di quattro mesi, invece, per la prima visita oculistica (dal 17 maggio 2022) all’ospedale di Codogno e a Lodi. Tempi rapidi per i controlli dal diabetologo: nei presidi di Lodi e Codogno per una prima visita c’è spazio già dal 10 febbraio, mentre per un controllo di routine si parte da agosto 2022. Sono tante le segnalazioni dei cittadini costretti a lunghe attese per una visita di controllo. Spesso l’unica soluzione è rivolgersi al privato. Per chi non può permetterselo, invece, è possibile trovare spazio in altre Asst sempre della Lombardia. C’è da dire che da parte dell’Azienda di piazza Ospitale l’impegno in questi mesi è stato soprattutto rivolto a recuperare le migliaia di visite rimaste bloccate con l’emergenza sanitaria.

Poi un’accelerata è arrivata anche grazie alla scelta dell’Azienda di istituire degli ambulatori straordinari che sono aperti ogni inizio mese per gestire i pazienti che richiedono visite di controllo. I posti però sono limitati e terminano in pochi giorni. Le segnalazioni per le lunghe liste d’attesa sono tante. Tra questi due casi segnalati dal Coordinamento lodigiano per il diritto alla salute riguardano due cittadini residenti nel Basso Lodigiano con problemi ad accedere alle prime visite per un esame radiologico (con tempo di attesa rispettato solo con un erogatore privato convenzionato) e per una visita oculistica dopo 4 mesi invece dei 30 giorni prescritti e in un’altra Asst lombarda senza certezza dell’erogazione pubblica.

"Chiediamo il rispetto del diritto soggettivo all’assistenza così come è definito dalla legislazione Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr) che attua l’articolo 32 della Costituzione - spiegano dal Coordinamento -. Il Cup, invece di proporre l’erogatore privato accreditato-convenzionato di Lodi, doveva cercare un altro erogatore pubblico, possibilmente nel territorio dell’Asst di Lodi o altrove. Senza questa scelta ha negato il diritto di libera scelta. Perciò abbiamo deciso di inviare una lettera ai sindaci, in qualità di responsabili della sanità nei loro rispettivi comuni, ma anche al direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia: chiediamo se è informato o meno su quanto accade nel territorio".