REDAZIONE LODI

Viene dalla Bassa la radiologia del futuro

Luigi Germano, di Brembio, guida un team di ricerca che ha realizzato una macchina da record: immagini precise, anche con i bimbi

di Paola Arensi

La nuova tecnologia italiana per indagini di radiologia dentale più rapide e precise parla Basso Lodigiano. Luigi Germano, 35 anni, di Brembio, si occupa da anni di ricerca in ambito radiologico e ha dimostrato al mondo intero che "faticando e credendo ai propri sogni, chiunque può raggiungere traguardi, perché si nasce tutti con le stesse possibilità, anche se alcuni con meno denaro o aiuti". Il perito informatico, orgogliosamente figlio di un tecnico Telecom e di una casalinga, che gli hanno insegnato lo spirito di sacrificio, vuole incoraggiare i lodigiani a distinguersi. "Realizzavo macchine automatiche di vario genere e avevo clienti nella radiologia, così ho progettato mammografi, che vorrò rifare prima o poi. Ed infine mi sono verticalizzato sulla radiologia dentale (implantologia, ortodonzia e maxillo-facciale). E ho provato grande soddisfazione nel trovare soluzioni che negli anni hanno permesso di diagnosticare e quindi intervenire sul paziente riducendo fortemente l’impatto fisico, emotivo ed economico".

Poi la precisazione: "Cerco di sviluppare tecnologia per l’esecuzione di cefalometria, immagini per diagnosi maxillofacciali più rapide e precise che aiutano a indagare soprattutto i bambini. Pazienti che, per natura, sono meno propensi a stare fermi durante l’esecuzione di tac o lastre". Più queste immagini sono nitide e più è probabile che l’operazione riesca bene e con meno traumi possibili al paziente. "Nell’azienda di Assago Fona srl, in cui lavoro come direttore della ricerca, siamo arrivati a produrre il macchinario Stellaris 3d Ceph e a garantire immagini a 0,5 secondi, il record di 0,7 secondi era detenuto da una società coerana che è forte perché finanziata dallo Stato – ricorda –. Parte dell’insuccesso di trattamento è anche dato dalla scarsa nitidezza di un’immagine. E il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale. Se il paziente si muove durante l’esposizione, si dà vita a disturbi che possono provocare la necessità di ripetere l’esame. Ed è nostro compito far sì che questo non accada riducendo al minimo il tempo di attenzione richiesto al paziente" sottolinea.

In 20 anni, in cui ci sono state ben tre evoluzioni tecnologiche (analogico, digitale e digitale più intelligenza artificiale), Fona ha immesso sul mercato più di 10.000 radiologici, esportati in più di 180 Paesi. "Ho sempre lavorato nel mondo dell’elettronica per l’automazione industriale. La mia fortuna è aver trovato a 19 anni, in una ditta di Lodi, l’ingegner Felice Caldi che mi ha affiancato e mi ha insegnato il metodo con cui progettare. Ho girato tanto, anche la Cina, imparando che all’estero valorizzano molto i propri prodotti e facendo lo stesso con i miei in Italia. Senza lasciarli a loro, anche in cambio di soddisfacenti offerte. Tutto per salvaguardare il Made in Italy. E ora ho un altro obiettivo: creare dispositivi abili nel fare una diagnostica eccellente ma a prezzi contenuti e quindi più accessibili".