Un ecografo nel nome della Alquati "La prevenzione non ha più ostacoli"

Codogno, donato all’ospedale uno strumento fortemente voluto dall’ex presidente dell’Itas Tosi. Per comprarlo una raccolta fondi

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di Paola Arensi

Il “Progetto Vanna“ dell’associazione “Il samaritano“ di Codogno e di Fondazione comunitaria provincia di Lodi si è concluso ieri. C’è stata la benedizione, da parte del parroco di Codogno monsignor Iginio Passerini, del nuovo sofisticato ecografo comprato con la raccolta fondi collegata all’iniziativa. Su 47mila euro totali, 30mila li ha messi Fondazione "e 17mila sono stati raccolti nel Lodigiano, con una emozionante e strepitosa raccolta fondi, segno dell’amore lasciato da Vanna Alquati, promotrice, prima della morte, dell’acquisto dell’apparecchio" hanno commentato il sindaco Francesco Passerini, Pietro Foroni, assessore regionale, Roberto Franchi, presidente de “Il samaritano“ e Mauro Parazzi, presidente di Fondazione, ricordando l’ex preside dell’Itas Tosi e consigliera di Fondazione.

"L’Asst intende investire sul nosocomio di Codogno, smentendo le polemiche passate – ha ribadito Salvatore Gioia, direttore generale –. Aspettavamo fondi per questo acquisto e siamo grati a tutti per averci anticipato". "Ora abbiamo la responsabilità di migliorare i servizi, dato che il percorso diagnostico per il cancro al seno, grazie a questo apparecchio e alla tomosintesi per immagini in 3d (che avevamo già donato in comodato d’uso alcuni anni fa), completano un percorso importante – ha ribadito Franchi –. Vanna subito dopo la pensione si è unita a noi, faceva volontariato in Senologia e ora speriamo che, ora terminata la pandemia, arrivino nuovi volontari". "Per noi è ancora emozionante parlare di Vanna – ha confidato Parazzi –. Ma siamo qui con Selene Rosso, una dei due figli (l’altro è Alberto), in una sala piena di ritratti di privati filantropi, a rendere onore alla generosità della nostra consigliera". Selene ha ricordato "quanto coraggio mi ha dato mamma, lo stesso che devono avere tutte le donne, nell’andare a verificare, con una mammografia, un nodulo che avevo. Questo ambiente deve diventare un posto in cui andare ogni tanto a fare quattro parole e controllarsi". "Continueremo a investire qui – ha concluso Gioia –. A breve apriremo la casa di comunità".