UMBERTO ZANICHELLI
Cronaca

Ucciso e dato alle fiamme. La Procura chiede 18 anni per l’uomo con il fucile

Udienza preliminare per l’ex cognato della vittima, Massimo Rondinelli. Il movente: le continue richieste di denaro da parte di Ibrahim Mansour.

Ucciso e dato alle fiamme. La Procura chiede 18 anni per l’uomo con il  fucile

Ucciso e dato alle fiamme. La Procura chiede 18 anni per l’uomo con il fucile

CASSOLNOVO (Pavia)

Diciott’anni di reclusione. È la richiesta che il sostituto procuratore di Pavia Andrea Zanoncelli ha formulato nei confronti di Massimo Rondinelli, 35 anni, comparso davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Pavia Luigi Riganti accusato dell’omicidio di Ibrahim Mansour, il quarantaquattrenne egiziano ucciso in un capannone poco fuori l’abitato di Cassolnovo.

La sua confessione a giugno 2023, per quanto lacunosa, era stata determinante per ricostruire l’accaduto. Rondinelli aveva ammesso di aver sparato a Mansour il cui corpo era stato poi caricato sulla sua auto, un’Audi, e trasportato nelle campagne al confine tra Mortara e Gambolò dove la macchina era stata data alle fiamme nel tentativo di depistare le indagini.

Il corpo carbonizzato dell’egiziano 43enne era stato ritrovato il 14 gennaio dello scorso anno, tre giorni dopo i fatti. Il movente secondo le indagini coordinate dalla Procura sarebbe legato alle continue richieste di denaro che Mansour avanzava alla famiglia Rondinelli: l’uomo aveva infatti avuto una relazione con una sorella di Massimo Rondinelli, dalla quale era nata una bambina. Il gup di Pavia, che ha celebrato il rito abbreviato richiesto e concesso all’imputato, assistito dall’avvocato Giovanni Tragella di Abbiategrasso, pronuncerà la propria sentenza il 2 febbraio.

Compariranno invece davanti alla Corte d’assise di Pavia il 25 marzo Carmela Calabrese, 56 anni, Antonio Rondinelli, 65 e Claudio Rondinelli, 40. Sono la madre, il padre e il fratello di Massimo Rondinelli, che hanno chiesto il giudizio immediato. Più complessa la posizione di Luigi D’Alessandro, compagno di un’altra sorella di Rondinelli, Elisa, che ha chiesto di patteggiare solo per il reato di occultamento del cadavere e che, dopo essere stato ai domiciliari, è ora tornato in carcere.

L’omicidio era stato consumato esplodendo tre colpi di fucile e uno di pistola, armi che non sono mai state rinvenute. Secondo l’accusa a occultarle sarebbero stati Francesco Guarna, 65 anni, e la figlia Valentina, 31, fidanzata di Massimo Rondinelli. Nel processo il padre, la madre, la sorella e lo zio di Ibrahim Mansour si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Fabio Santopietro di Vigevano.