Travolta al passaggio a livello: serve un supplemento d’indagine

Maleo, la Procura di Lodi chiede un ulteriore approfondimento sul quadro elettrico

I rilievi compiuti a novembre dello scorso anno al passaggio a livello di Maleo

I rilievi compiuti a novembre dello scorso anno al passaggio a livello di Maleo

Maleo (Lodi) - Per chiudere le indagini manca, a questo punto, un ulteriore tassello. A oltre tredici mesi dalla tragedia del passaggio di livello di Maleo la Procura di Lodi è stata costretta a chiedere un supplemento di indagini sulla morte di Elisa Conzadori, la 34enne di Pizzighettone travolta da un treno il 15 agosto 2020 mentre attraversava i binari con la sua auto. Poco esaustiva, secondo gli inquirenti, la perizia depositata dal consulente incaricato dagli stessi uffici giudiziari di viale Milano a novembre 2020.

Per questo il procuratore di Lodi Domenico Chiaro aveva subito disposto un ulteriore approfondimento sul quadro elettrico del passaggio a livello di Maleo sui quali due giorni prima della tragedia i tre operai di Rfi (unici indagati al momento) stavano lavorando sui meccanismi dell’attraversamento ferroviario. Quello che è certo, per ora, è che la sbarra intorno alle 11 del 15 agosto 2020 era rimasta aperta per un’anomalia. Un guasto che Rfi ha dichiarato di non aver riscontrato nelle registrazioni grafiche di quella mattina. A confermare però la tesi della Procura sono due testimoni che assicurano di aver visto le sbarre del passaggio a livello alzarsi prima del transito del convoglio. Già verificate invece le condotte corrette della 34enne e del conducente del treno, un regionale della linea Milano-Mantova.

Dalla perizia cinematica effettuata da Stefano Alifano, consulente tecnico del pm, non c’è nessuna traccia di contatto tra l’auto che guidava Elisa e la semibarriera del passaggio a livello di Maleo. A inizio novembre scorso gli inquirenti avevano ricostruito passo dopo passo cosa fosse accaduto quella mattina prima che la 34enne venisse travolta dal treno in corsa mentre tornava a casa dopo il turno di lavoro al supermercato Famila di Codogno. Poi, su richiesta degli avvocati della famiglia di Elisa, il 13 marzo scorso, i periti erano tornati sul luogo dell’incidente per un’analisi aggiuntiva. Intanto, la famiglia Conzadori ha deciso di chiudersi nel silenzio. Nei mesi scorsi ha più volte chiesto giustizia per Elisa. "Non si può morire in questo modo", aveva detto il padre della 34enne Walter Conzadori. Ora per chiudere le indagini tutto dipenderà dall’attività della Procura lodigiana.