Tonani sulla graticola, salvo per un solo voto

Forse unicamente il timore di finire commissariati ha convinto i consiglieri a salvare il mandato

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Il sindaco si salva per un solo voto e la mozione di sfiducia nei suoi confronti, presentata dal gruppo di minoranza Brembio Unita e Solidale con l’aggiunta di un componente transfugo della maggioranza, Giovanni Madonini, viene respinta. Lo spettro del commissario si allontana. Giampietro Tonani, giovedì in Consiglio comunale, è uscito indenne dall’alzata di mano dei consiglieri, visto che 5 esponenti della maggioranza hanno respinto la richiesta di dimissioni mentre solo 4 consiglieri (tre di minoranza e appunto Madonini) hanno votato per mandarlo a casa.

Tonani ha dunque resistito, ma la sensazione è che la situazione non sia tornata alla normalità: lo stesso sindaco ha preferito il silenzio, non intervenendo in alcun modo nel merito della mozione mentre la stessa compagine di maggioranza si è limitata a dire che la sfiducia era respinta solo "perché la mozione non era la soluzione corretta". Dunque forse solo il timore di lasciare il Comune nelle mani del commissario prefettizio ha convinto il gruppo al governo del paese a salvare la legislatura.

Il sindaco era finito sulla graticola per una serie di situazioni che la minoranza gli ha rinfacciato nel testo della mozione: "Sindaco spesso assente, introvabile, difficile da rintracciare e contattare direttamente dai consiglieri, dalla cittadinanza e dagli amministratori dei paesi vicini, progetti mai venuti alla luce come il poliambulatorio o non condivisi come il contestato semaforo di via Monte Grappa".

"Il sindaco non capisce quando è ora di abdicare e la sua maggioranza non sa quando è tempo di dimettersi", l’attacco dell’opposizione.

Mario Borra