Tavazzano, la protesta non si ferma alla logistica. Oggi nuovo presidio: cresce l’allarme

Lodi, alta tensione dopo gli scontri. Le autorità mobilitate per impedire ogni atto di violenza

Gli scontri di Tavazzano

Gli scontri di Tavazzano

Lodi -  Cresce l’allarme. Perché oggi alle 11 i lavoratori torneranno in presidio davanti ai capannoni della Zampieri holding di Tavazzano, nel Lodigiano. I rappresentanti del Si Cobas spiegheranno la loro versione dei fatti prima di procedere con il deposito della denuncia per lesioni dopo gli scontri di giovedì notte costati un trauma facciale per un lavoratore di 48 anni. Le condizioni dell’unico ferito negli scontri, colpito con un asse di pallet sul naso, restano preoccupanti: l’uomo, nelle ultime ore, sarebbe tornato in ospedale dopo essere stato dimesso venerdì con una prognosi di 15 giorni.

La tensione nelle logistiche del Lodigiano, e non solo, resta altissima. A livello giudiziario, sul caso resta aperto un fascicolo in Procura a Lodi per lesioni e violenza privata. Novità però sono attese in giornata da parte del procuratore di Lodi Domenico Chiaro che nelle ultime ore ha visionato i filmati prodotti dal sindacato Si Cobas e dalle forze dell’ordine presenti a Tavazzano la notte degli scontri. Ci sono una data e un luogo all’origine degli scontri in logistica a Lodi di giovedì notte. Tutto è partito da Piacenza il 1° febbraio, con i tre giorni di presidi a oltranza dei facchini di Si Cobas dopo l’annuncio da parte del colosso Tnt-FedEx di una maxi-cura dimagrante che costerà 6.500 posti di lavoro in Europa e 800 in Italia. Da qui scatta la chiusura dell’enorme hub piacentino, chiuso con 400 facchini a casa. E la battaglia sindacale si sposta in tutti gli stabilimenti FedEx in Lombardia. Fino a giovedì scorso quando a Tavazzano con Villavesco si è arrivati allo scontro fisico. Il prefetto di Lodi Giuseppe Montella ha già annunciato "la linea dura con presidi rafforzati delle forze dell’ordine". Anche il sindaco di Tavazzano, Francesco Morosini, si schiera: "Non saranno tollerati altre proteste violente".