Stefano Barilli, la Procura indaga su istigazione al suicidio: chi ha incontrato?

Tanti gli elementi da chiarire sulla fine del giovane piacentino: il corpo decapitato è stato ripescato dal Po. La madre lo ha riconosciuto

Stefano Barilli, ripreso dalla videocamera di un bar-tabacchi

Stefano Barilli, ripreso dalla videocamera di un bar-tabacchi

Lodi, 21 aprile 2021 - Chi ha incontrato Stefano Barilli prima di morire? Partono da qui le indagini della Procura di Lodi che da ieri sera ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. La decisione del procuratore Domenico Chiaro è arrivata subito dopo l'autopsia effettuata a Pavia sul corpo del 23enne piacentino, scomparso di casa l'8 febbraio e il cui corpo è riaffiorato sabato pomeriggio dalle acque del Po, in località Punte a Caselle Landi, in provincia di Lodi. Il cadavere del giovane, trovato decapitato, è stato riconosciuto durante l'autopsia dalla madre, Natascia Sbriscia, che ha notato una cicatrice su un ginocchio, oltre che gli stessi capi di abbigliamento di suo figlio.

Al momento l'unica certezza è quella che a decapitare il 23enne non è stata una lama: la testa, parte più esposta del corpo, sarebbe stata strappata dai pesci del fiume o dalla corrente. Ma se non è stato un omicidio, per la Procura lodigiana è necessario capire cosa è accaduto nelle ore precedenti alla scomparsa del giovane. Chi ha incontrato Stefano prima di morire? Aveva un appuntamento già fissato prima di lasciare la propria abitazione? Domande che necessitano chiarimenti. E che sarà possibile fare solo attraverso un'attività investigativa.

E poi ci sono tutti i dubbi di Natascia Sbriscia, la madre della vittima, che non ha mai creduto al suicidio del figlio. Una versione, quest'ultima, giustificata anche dalla presenza di un biglietto in cui Stefano annunciava la volontà di compiere il gesto estremo e la carta d’identità chiusi con cura all’interno di un’apposita busta di plastica hanno fugato qualsiasi dubbio. Ed è stato proprio la presenza del biglietto a fornire agli inquirenti la possibilità di effettuare una prima ricostruzione precisa dell’accaduto, c’era infatti scritto: "So che non capirete il mio gesto".

L’ultima volta che Stefano Barilli era stato visto dalla famiglia era durante la tarda sera del 7 febbraio, poco prima che si ritirassero a dormire. In quei giorni Stefano era appena tornato dalla Svizzera dopo un soggiorno di circa un mese e diverse testimonianze insistono nel tratteggiare una forte delusione conseguente quel viaggio. Il giovane, poco prima della sua scomparsa, si era preoccupato di cancellare preventivamente tutti i suoi profili social e di portare con sé solamente una scheda sim, un cambio di vestiti (si tratta di due paia di mutande) e un dizionario italiano-tedesco, lasciando però il telefono a casa, e una carta di credito che, come emerso, è stata impiegata per il noleggio di un’automobile. Tanti aspetti che sono ora al vaglio degli inquirenti.