
Antonio Chieffo insieme a Roselyne Ogonya stilista originaria del Kenya e che si è diplomata all’istituto di moda Burgo
Lodi, 28 settembre 2018 - Nel progetto di Roselyne Ogonya c’è tanto della sua terra. La 37enne originaria del Kenya, ma residente a Milano da 12 anni, dove si è diplomata all’Istituto Moda Burgo, ha pensato di realizzare vestiti, tappeti e persino coperture per i tetti utilizzando le colture più diffuse nella sua terra d’origine. Si tratta di un cotone particolare utilizzato per realizzare lo Shuka, l’abito tradizionale utilizzato dal popolo Masai. Il progetto di Roselyne si chiama Mog couture ed esiste già un sito Internet www.mogcouture.com. Un progetto molto particolare, anche perché il suo sogno è partire con una produzione tutta sua entro il 2019. Direttamente in Kenya. Per questo la giovane stilista keniota sta imparando a fare impresa a Lodi.
Ad aiutarla è il progetto lodigiano Startup for Africa, che punta a creare nuove startup e una classe imprenditoriale competente nel continente africano. A lanciare l’iniziativa è la società di Lodi AC Finance attraverso la sua piattaforma BeMyCompany, l’incubatore di imprese e proprietaria della piattaforma che si dedica a supportare gli imprenditori e startupper che ricercano capitali, formandoli e dotandoli di tutti gli strumenti necessari a renderli appetibili a investitori. Roselyne durante i cinque moduli del corso dovrà imparare a interagire con gli investitori e a preparare un piano industriale per lanciare la sua iniziativa senza troppi rischi.
«Sono contenta di questa opportunità – spiega Roselyne –. L’obiettivo è avviare tutta la produzione in Kenya alla fine del mio percorso formativo. Nella mia zona ci sono tante persone che hanno bisogno di lavorare. È una delle zone più colpite da Hiv e ci sono parecchi giovani orfani. Punto a creare un brand e fare mercato con le realtà italiane ed europee». A oggi AC Finance e BeMyCompany per Startup for Africa hanno stanziato 70mila euro per il progetto e già raccolto oltre 50mila euro da aziende clienti e privati. L’idea è trovare aziende sponsor. Il tutto ha il supporto del sottosegretario allo Sviluppo per il Governo della Costa d’Avorio, Famoussa Koulibaly.
A oggi sono già cinque i progetti proposti in piattaforma, ma il numero potrebbe arrivare a 10 entro dicembre. Il profilo ideale dell’imprenditore africano da formare deve avere un’età compresa tra i 25 e i 40 anni. «L’idea è semplice - spiega il fondatore di Startup for Africa e amministratore di AC Finance, Antonio Chieffo –: assegnare fondi per creare imprese è inutile se poi chi li riceve non sa gestirli. Noi formiamo cittadini africani per renderli autonomi. Potremmo avere ottimi risultati già entro 10 anni. Di sicuro sarà un vantaggio per le imprese italiane che potranno avere in Africa validi interlocutori con cui fare affari».