Il carcere di Lodi scoppia. Il numero dei detenuti, infatti, dovrebbe essere la metà di quelli presenti ora: la denuncia arriva direttamente dalla consigliera regionale Pd, Roberta Vallacchi la quale ieri ha fatto il punto, mettendo in luce la principale criticità legata al sovraffollamento. Secondo i dati in suo possesso appresi durante la visita alla struttura di via Cagnola, le persone dietro alle sbarre sono ottanta, ma dovrebbero essercene la metà: di questi sessanta sono tossicodipendenti, "molti dei quali potrebbero accedere alla pena alternativa nelle comunità terapeutiche, ma la lista d’attesa è davvero lunga per carenza di posti". Con l’appoggio del Serd dell’Asst esiste un percorso di preparazione per chi ha problemi di dipendenza e che intende scegliere l’alternativa della comunità terapeutica, anche se i posti in queste strutture sono molto pochi. "Ne servirebbero di più per consentire a queste persone di essere curate in un luogo idoneo e conseguentemente alleggerire le carceri" ha spiegato l’esponente dem. Vallacchi però riconosce il lavoro svolto dalla direttrice dell’istituto di pena, Anna Laura Confuorto la quale "sta facendo un ottimo lavoro per permettere che il periodo detentivo abbia veramente una funzione rieducativa e riabilitativa". Infatti, "si sta portando avanti all’interno un operato che, in rete con aziende ed associazioni, può in qualche modo aiutare la crescita di chi è recluso". Inoltre, sottolinea la consigliera regionale, "nel carcere si stanno cercando di aumentare tutte le attività che si possono fare all’interno dell’istituto, ma anche di creare dei ponti con l’esterno che riguardano la possibilità di lavorare per i detenuti che possono fruire di questa misura".
Recentemente, è stato realizzato uno spazio teatrale, risistemando un ampio locale dove si tengono corsi di recitazione con attori professionisti i quali prestano la loro opera volontariamente. È stata approntata una sala della musica, la biblioteca in cui si tiene il Caffè letterario, uno spazio attrezzato per l’esercizio fisico e l’ambulatorio odontoiatrico. "Per il prossimo futuro – spiega Vallacchi – in una piccola area esterna, la direzione è intenzionata ad avviare coltivazioni di vario tipo e promuovere progetti di ortoterapia. Su questo ultimo aspetto, la modifica di legge approvata in consiglio regionale quest’anno, potrebbe dare una mano concreta, in quanto permette di aprire dei bandi tra i cui beneficiari vi sono anche le carceri".