Lodi, sicurezza sul lavoro: è allarme

I sindacalisti: i responsabili dei dipendenti temono ritorsioni. Intanto il tavolo promosso dal prefetto va avanti

Il tavolo convocato nel Palazzo del Governo

Il tavolo convocato nel Palazzo del Governo

Lodi,  6 dicembre 2019 - Il problema della sicurezza sul lavoro riguarda tutti i settori delle realtà presenti nel Lodigiano. Un’emergenza, spesso sottovalutata, che da sette mesi ha convinto le istituzioni a intensificare i controlli. A farsi carico del coordinamento degli interventi è il prefetto di Lodi Marcello Cardona che ieri ha presieduto il tavolo interistituzionale in Prefettura.

Si tratta del secondo appuntamento dopo quello del 24 maggio, giorno in cui perse la vita un autotrasportatore 52enne nel parcheggio della Newlat, la ex Polenghi. Presenti ieri Inps, Inail, Ispettorato del lavoro, Ats di Milano e forze dell’ordine, associazioni di categoria ed sindacalisti. «Poter prevenire anche un solo incidente, anche non mortale, è per noi un risultato importante», dice il prefetto Cardona che ieri ha chiesto a tutte le istituzioni di continuare a collaborare per aumentare i controlli nelle aziende. Il prossimo tavolo si terrà in prefettura ad aprile. «Dobbiamo migliorare – dice il prefetto Cardona –. In questi mesi abbiamo avviato una serie di controlli interistituzionali. L’obiettivo di questo tavolo è il confronto tra tutte le forze per la tutela dei lavoratori. Sono convinto che lavorare in maniera regolamentata fa bene agli addetti e alle stesse aziende». Per le sigle sindacali mancherebbero però gli strumenti per garantire la sicurezza soprattutto nei capannoni delle logistiche. A partire dal Rls, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, figura prevista dalla legge, che i dipendenti dovrebbero eleggere per affiancarlo a quelli eletti dall’azienda, ma che ancora oggi è assente nel 90% delle aziende lodigiane. «Dall’Ispettorato del lavoro è emerso che le violazioni in materia di sicurezza e salute riguarderebbero 8 aziende lodigiane su 10 – spiega il sindacalista Cgil di Lodi, Guido Scarpino –. È un dato importante. Da parte nostra sono mesi che abbiamo intensificato l’attività di formazione del personale di logistiche e aziende per i controlli della sicurezza. La nostra attenzione riguarda le logistiche, ma non solo. I lavoratori che vengono eletti responsabili della sicurezza hanno però paura di ritorsioni da parte dell’azienda e il Jobs act, con l’eliminazione dell’articolo 18 e il rischio di licenziamenti, non li aiuta».

Nel mirino delle sigle sindacali anche il ruolo dell’Ats della città metropolitana, che ha incorporato l’ex Asl di Lodi, e la carenza di tecnici in grado di effettuare controlli su un territorio sempre più vasto da coprire. «Non percepiamo una presenza costante sul territorio – dice il presidente di Anmil Lodi, l’associazione dei mutilati e invalidi sul lavoro, Tiziano Giffanti che ieri non ha partecipato per problemi personali al confronto che si è tenuto in prefettura –. Bene il tavolo di confronto istituzionale, ma serve anche intensificare l’attività in azienda magari coinvolgendoci di più nei controlli e nelle attività».