
IL GAZEBO I giovani islamici davanti al Duomo
Lodi, 1 giugno 2015 - I prossimi eventi saranno in occasione del Ramadan, tra metà giugno e metà luglio: "Una mostra sulla calligrafia araba, per far conoscere la nostra cultura, e un invito a provare il digiuno". Lo scopo non è solo provare l’usanza tipica, durante il mese sacro del Corano, di non assumere cibi e bevande dall’alba al tramonto, ma, spiega Elsayed Alorabi, uno dei referenti della sede di Lodi dei Giovani Mussulmani d’Italia (GMI), "di provare col digiuno a essere solidali col mondo, con chi, da mangiare, non ce l’ha mai". Ieri il 23 enne egiziano, studente di scienze politiche ed economia, ha fatto i turni, insieme ad altri 25-30 giovani tra i 16 e i 25 anni, nel gazebo posto in piazza della Vittoria, angolo Tacchinardi, tramite il quale la sezione di Lodi di Gmi, fondata 6 mesi fa, e che ha sede al centro islamico di via Lodivecchio 39, ha deciso di farsi conoscere alla città.
"E' andata meglio di come ci aspettavamo – ha commentato nel primo pomeriggio di ieri –. Solo 5 o 6 ragazze hanno voluto provare il velo, che le musulmane indossano per pudore, per farsi riconoscere e rispettare come tali, così come io allo stesso modo, secondo il Corano, non devo mostrarmi a torso nudo. Una trentina invece, si sono fatte fare un ricamo con l’hennè. Abbiamo dato via 100 palloncini ai bimbi in un’ora e distribuito un migliaio di volantini su diritti delle donne, fondamenti dell’Islam e i pregiudizi contro di esso. Siamo tutti figli di Adamo, non abbiamo voluto fare un convegno ma un ‘Da’wah Street’, un open day, proprio per proporre il dialogo alla gente che si incontra per strada. È solo quando entra la politica che emergono egosimo, perdita di etica: noi siamo tutti umani".
Ma è proprio la politica a reagire: "Altro che integrazione, questa è un’invasione di cui il sindaco Simone Uggetti e il Pd si sono resi complici fornendo l’autorizzazione – afferma Pietro Foroni, consigliere regionale Lega Nord –. In piazza del Duomo, a 100 metri dalla Cattedrale, nel corso delle funzioni religiose domenicali e in un giorno della settimana simbolo di preghiera per i cattolici, i giovani islamici hanno organizzato un gazebo che esalta il simbolo della sudditanza delle donne, il velo islamico, chiedendo alle lodigiane di provarlo: una chiara provocazione. Vorremo vedere cosa accadrebbe se in un Paese musulmano, davanti a una moschea e in un momento di preghiera, un gruppo di cristiani organizzasse un gazebo per distribuire crocifissi e corone del rosario2.
"Presenterò un’interrogazione in Regione per capire come e con quali permessi sia stata organizzata l’iniziativa dei Giovani musulmani a Lodi, per l’intera giornata di domenica, per di più provocatoriamente davanti al Duomo – sottolinea Riccardo De Corato, capogruppo di FdI-An in Regione –. Materiale promozionale distribuito e prova del velo islamico per le donne, oltre alla somministrazione di cibo al pubblico, per la quale mi chiedo se siano state rispettate le norme igienico-sanitarie obbligatorie".