Lodi: "Al Pronto soccorso è sempre tour de force"

Il direttore Paglia: un super lavoro per i medici e il personale di Lodi e Codogno che gestiscono una media di 247 casi al giorno, 10 all’ora

Stefano Paglia, direttore del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Lodi

Stefano Paglia, direttore del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Lodi

Lodi, 16 gennaio 2020 - Oltre 90mila accessi (90.174 per la precisione) nei due Pronto soccorso dell’Asst di Lodi nel 2019. Un super lavoro per i medici e il personale di Lodi e Codogno che gestiscono una media di 247 casi al giorno, 10 all’ora. Numeri impressionanti che piazzano l’ospedale diretto da Massimo Lombardo tra i primi in Lombardia, appena dopo i nosocomi milanesi. Da gennaio a dicembre 2019 sono stati 64.135 gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Lodi, di cui 47.636 in codice verde, 9.185 gialli (mediamente critico), 6.350 bianchi e un 1.060 casi in codice rosso (quelli gravi). A Codogno invece i numeri sono più ridotti con solo 26.039 accessi registrati nell’ultimo anno, di cui 18.554 verdi, 6.002 gialli, 1.265 bianchi e 217 codici rossi. Al Ps di Lodi nel 2019 è stato gennaio il mese con più accessi con 5.888 persone visitate, mentre al Ps di Codogno è stato giugno con 2.370 accessi.

"Il 2019 è stato un anno con numeri di accesso al pronto soccorso molto alti - spiega il direttore del Pronto soccorso, Stefano Paglia -. Abbiamo superato quota 90mila accessi con un trend che è in crescita dell’1,35% rispetto al 2018. Il trend è comunque in crescita. Quello che stiamo notando è che tante persone preferiscono fare qualche chilometro in più e venire a Lodi anziché fermarsi a Codogno. E’ un errore perché entrambi i presidi sono attrezzati per gestire le emergenze. Deve essere chiaro che le cure che un malato può ricevere nei due presidi sono le stesse. A Codogno si può fare fronte a tutti i problemi ed è una struttura perfettamente attrezzata e che in caso di emergenza saremo noi a spostare il paziente al Maggiore".

Anche il 2020 è partito forte. Il Pronto soccorso di Lodi è stato preso d’assalto per il freddo e le prime influenze. Per questo l’Asst ha deciso di far scattare in anticipo sulla tabella di marcia il piano di sovraffollamento invernale. Il primario Stefano Paglia, già a dicembre, è stato costretto ad ampliare a 18, prima ancora dell’avvio ufficiale, finanziato da Regione Lombardia, i letti dell’osservazione breve intensiva. Un altro dato che merita un approfondimento è quello legato ai tempi d’attesa nei pronto soccorso dei presidi lodigiani. Al Ps del Maggiore di Lodi un paziente impiega mediamente 27 minuti per una visita in codice giallo (risultato in miglioramento di 8 minuti rispetto al 2018) e 81 minuti per un controllo in codice verde e pochi minuti in più per un codice bianco.

A Codogno invece la gestione del paziente, dall’arrivo al pronto soccorso alla prima visita, è ancora più rapida con un’attesa di appena 11 minuti per un codice giallo e 29 minuti per il verde. Da notare anche i tempi di spostamento dalla barella al letto per i pazienti che giungono in ospedale in ambulanza. Nei presidi lodigiani sono praticamente da record: a Lodi i medici ci impiegano circa 17 minuti, mentre a Codogno solo 12 minuti. Un dato significativo rispetto agli ospedali milanesi: per esempio al Niguarda ci impiegano circa 30 minuti. "Come già avviene in altri presidi lombardi, la sensazione è che il pronto soccorso sia diventato un servizio ormai entrato nella quotidianità di una famiglia - sottolinea il primario Paglia -. Spesso si sceglie di venire in pronto soccorso anche in casi non d’emergenza. Per questo bisognerebbe utilizzare il buon senso nel scegliere di accedere a questo servizio. Chiedo ai pazienti di ragionare prima di venire al pronto soccorso, soprattutto se si può attendere qualche ora e rivolgersi tranquillamente dal medico curante".