Cacciata per il tatuaggio, la speranza: "La vice-capo della polizia ne ha uno"

Lodi, l’agente congedata per il segno (rimosso) sul polso si appella a Luisa Pellizzari e al suo piccolo geco

Arianna Virgolino con l'uniforme della Polstrada

Arianna Virgolino con l'uniforme della Polstrada

Guardamiglio (Lodi), 11 novembre 2020 -  Il suo tatuaggio , già rimosso con diverse sedute di laser, era stato definito un "nocumento all’immagine della Polizia di Stato". Quella semplice coroncina, tatuata a 18 anni, ben prima del concorso, era stata valutata da una sentenza del Consiglio di Stato come un danno d’immagine molto grave. Tanto da avere come conseguenza la sua sospensione dalla Stradale di Guardamiglio (Lodi) dove da un anno prestava servizio e con ottimi risultati. La storia di Arianna Virgolino, 31 anni, originaria di Peschiera del Garda (Verona), ora potrebbe essere vicina a una soluzione.

Ad aiutarla è la nomina di Maria Luisa Pellizzari a vicecapo della polizia, la prima donna in assoluto a ricoprire questo ruolo, che avrebbe un piccolo geco tatuato sul polso sinistro. Una circostanza non da poco per la giovane poliziotta lodigiana, esclusa per "demeriti estetici" da una sentenza del Consiglio di Stato, depositata il 7 novembre 2019, e che ora lancia un appello al nuovo vicecapo della polizia. "Questa nomina, arrivata esattamente un anno dopo la mia esclusione, è sicuramente un segnale importante per affrontare la questione in tutta la Polizia di Stato – dice l’ex poliziotta Arianna Virgolino –. Di sicuro quella grandissima donna e ottima poliziotta ci darà una mano. Mi aspetto che arrivi qualcosa che possa sbloccare la situazione mia e quella dei miei colleghi per cui mi sto battendo da mesi. È una norma arcaica, come dimostra la carriera eccezionale della nostra vice-capo. Se come è scritto nella mia sentenza, il mio polso con una cicatrice recherebbe “grave nocumento al corpo”, mi chiedo quanti agenti tatuati vi siano oggi in servizio che insultano la divisa".

La speranza dell’ex agente è che la norma che vieta l’accesso ai ranghi della Polizia di persone con un tatuaggio visibile, sia cancellata. Un blocco che ha tagliato le gambe a decine di aspiranti poliziotti, ma che ha portato a sentenza diverse, a volte accogliendo, a volte bocciando. Ma, al di là delle sentenze, per Virgolino è proprio la norma a dover essere messa in discussione. L’ex agente ha già inviato richiesta al capo della Polizia Franco Gabrielli, al Ministero degli interni e ora aspetta novità per rivedere la sua sentenza prima di procedere con la Corte europea, l’ultimo grado prima di chiudere definitivamente la vicenda giudiziaria. Intanto si aggiungono altri casi come quello di una poliziotta, con un tatuaggio evidente sul corpo, che verrà discusso davanti al Consiglio di Stato domani. Un caso molto simile a quello di Virgolino, che verrà affrontato davanti a un nuovo giudice, diverso da quello che aveva esaminato il caso dell’ex agente e che dovrà valutare se applicare la sospensiva dal lavoro. "Sono curiosa di vedere se ci sarà disparità di trattamento – sottolinea Virgolino –. La mia sentenza, come quella di altri quattro miei colleghi, è stata troppo severa".