Lodi, polizia provinciale all’osso: "Così non possiamo andare avanti"

L’allarme del coordinatore Massimilano Castellone: fino a quattro anni fa eravamo 8 adesso siamo dimezzati

Massimiliano Castellone, 59 anni, nominato coordinatore da luglio

Massimiliano Castellone, 59 anni, nominato coordinatore da luglio

Lodi - Nominato coordinatore della polizia provinciale di Lodi a luglio, Massimiliano Castellone, 59 anni, racconta la "drammatica" situazione del Corpo e la grande volontà di esserci comunque. Con Castellone lavorano un ufficiale (vice coordinatore) e un agente. C’è poi un amministrativo. La gestione amministrativa più impegnativa spetta però al coordinatore, che porta avanti, da solo, tante attività prima svolte da più persone. "I problemi sono iniziati con la legge Delrio – spiega -. Dopo il dimezzamento delle Province, in attesa della loro trasformazione dal punto di vista costituzionale, mai avvenuta, la norma che tarpa le ali all’ente non è mai stata modificata, benché siano passati tanti Governi. Non esiste Provincia in Italia che abbia operato tagli come Lodi. Poi è scattato il blocco delle assunzioni, fino al 2017. Quando è arrivato l’attuale presidente Francesco Passerini (4 anni fa) eravamo in 8. Ci sono stati pensionamenti, chi ha vinto concorsi. E alla fine siamo rimasti in tre a poter effettuare i servizi esterni".

"Nel 2021 – aggiunge –, è stato espletato un concorso per due persone, ma si è bloccato per le indagini sull’ex comandante, accusato di aver favorito un agente, in un concorso, a Cornegliano. Sono andate in pensione 4 persone nell’ultimo biennio, uno in mobilità fa l’ufficiale in un comune del Lodigiano". Infine l’anno prossimo andrà in pensione l’ultimo agente specializzato nella selezione ittico venatoria, nel recupero e trattamento degli ungulati "ora vera emergenza".

I problemi sono aumentati il 31 dicembre, quando si è conclusa anche la collaborazione con la polizia locale di Lodi: "Ora dobbiamo aspettare le elezioni per stipulare una nuova convenzione, ma auspico si torni a collaborare perché, tra varie emergenze (Covid, peste suina, aviaria, cinghiali e lupi), scadenze, acquisto di mezzi e dotazioni, continue richieste di enti, tavoli in Prefettura etc, è davvero dura. Recuperare, ad esempio, animali selvatici, implica almeno 5 ore di impegno: vanno portati a Vanzago (Milano) e c’è molta burocrazia da espletare. Auspichiamo almeno l’apertura di una mobilità.