Casaletto, oste interrogato per quattro ore. E all'uscita le bocche restano cucite

Lodi, ascoltati anche dalla pm il figlio del ristoratore e sua moglie

L’arrivo in caserma di Mario Cattaneo, 67 anni,  circondato da cronisti (Cavalleri)

L’arrivo in caserma di Mario Cattaneo, 67 anni, circondato da cronisti (Cavalleri)

Lodi, 17 marzo 2017 - Ha fornito la propria versione dei fatti, ribadendo che il colpo partito dal suo fucile da caccia è stato del tutto accidentale. Il ristoratore Mario Cattaneo, 67 anni, è rimasto quattro ore sotto torchio nella caserma dei carabinieri di Lodi. Il titolare dell’Osteria dei Amis di Gugnano, piccola frazione di Casaletto Lodigiano, è stato ascoltato ieri per la seconda volta dal pm Laura Siani per dare la sua versione su quanto accaduto nella notte tra il 9 e il 10 marzo, quando l’oste, ora indagato per omicidio volontario, ha ucciso con un colpo di fucile che l’ha colpito alle spalle Petre Ungureanu, 32enne romeno, uno dei quattro ladri che avevano fatto irruzione nel suo locale per rubare una decina di pacchetti di sigarette e 60 euro dalla cassa.

La giornata di interrogatori si è aperta alle 12.30 ed è stato ascoltato il fratello della vittima, Victor Ungureanu, 28enne che lavora e vive in Svizzera, che era stato avvisato da una telefonata anonima della morte di Petru solo il giorno dopo la tragedia. Alle 13.30, Cattaneo, con un volto provato e preoccupato, si è presentato alla caserma dell’Albarola accompagnato dal suo avvocato Vincenzo Stochino. L’interrogatorio è durato fino alle 18. Poi, il ristoratore insieme al suo legale sono andati via senza rilasciare dichiarazioni. Intorno alle 15.50, sono stati sentiti dai carabinieri anche il figlio Gianluca e la moglie Fiorenza, entrambi presenti la notte della tragedia. Per loro l’interrogatorio si è concluso alle 19,45.

La versione dei Cattaneo non convince gli inquirenti. Troppe le contraddizioni emerse dal racconto dell’oste; a partire dal fatto che, tra il 9 e il 10 marzo, ha avvertito i carabinieri del furto, ma non di avere sparato. Il fucile è stato riposto e messo in sicurezza (quindi scaricato), prima di essere consegnato ai carabinieri dal figlio. Dalle ricostruzioni è emerso che il ristoratore ha aperto la porta sul retro dell’osteria e che si affaccia al cortiletto in cui in quel momento si trovavano i ladri che erano usciti dopo aver rubato alcune stecche di sigarette. La porta, bloccata con dello spago di nylon, è stata aperta con forza da Cattaneo. È a quel punto che uno dei ladri avrebbe afferrato la canna del fucile, trascinando a terra il ristoratore per disarmarlo. In quel momento sarebbe partita la rosa di pallini che hanno colpito alla schiena Ungureanu.

Un colpo a distanza ravvicinata che, secondo gli esiti dell’autopsia, ha ucciso quasi sul colpo il ladro. I Ris sono ancora a lavoro nel cortile dell’Osteria dei Amis per trovare tracce di sangue, che al momento sono state rinvenute solo sulla cancellata che ha dovuto scavalcare il ladro quella notte prima di morire, un centinaio di metri dopo. Bisognerà accertare, anzitutto, se si tratti di sangue della vittima o di uno dei complici non ancora identificati. Nessuna traccia di sangue, invece, sul pavimento del cortile dove è avvenuta la colluttazione con i malviventi. Inoltre, un testimone ha riferito agli inquirenti di avere sentito due spari, mentre Cattaneo ha sempre parlato di un solo colpo partito accidentalmente dal suo fucile da caccia. In paese i residenti sono tutti dalla parte di Mario. Domani alle 15, infatti, i sindaci del territorio saranno in via Lodi, davanti all’osteria, per una marcia silenziosa.