"Fu la prima geometra di Lodi Poi vinse il concorso da rettrice"

La figlia Cristina ricorda Delia Magnani, che viene celebrata oggi al Bassi "Plurilaureata, aiutava le domestiche a studiare per sottrarle alla povertà"

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LODI

di Laura De Benedetti

Fu la prima diplomata geometra a Lodi, nel 1939, quando lo studio si chiamava ancora Agrimensura. Un titolo che ottenne in un solo anno da privatista, dopo aver conseguito la maturità magistrale in quattro anni a Crema. Ma Delia Magnani, classe 1922, figura che oggi il Bassi ricorderà in un incontro a lei dedicato con il Collegio geometri, è molto più che un nome femminile in un elenco di uomini.

Grazie all’appassionata ricerca condotta dal Bassi per il concorso “Sulle vie della parità“ e al racconto che ne fa la figlia Cristina Donadio, emerge il ritratto di una donna eccezionale, amante della vita e dello studio, impegnata ad aiutare altre donne ad emanciparsi. "Diceva: non mi basteranno dieci vite per fare tutto quel che mi appassiona – ricorda la figlia Cristina – E questo anche a nostro scapito: quando a Buenos Aires nuotava nell’Atlantico in mezzo ai pescecani, io e mia sorella Marta sulla spiaggia eravamo terrorizzate. Inoltre fu pressante su scuola e studio".

Delia Magnani si diplomò geometra con ottimi voti perché papà e zio avevano uno studio e per aprirsi le porte all’università. Di fatto non esercitò mai la professione: "Studiava lingue a Ca’ Foscari a Venezia, facendo la pendolare in treno: era sempre molto intrepida. Laureata, iniziò a insegnare alle Magistrali a Crema, si sposò con il geometra Luigi Donadio e con lui nel Dopoguerra emigrò in Argentina. Lì la mamma studiò il greco per laurearsi in Filosofia e il tedesco per leggere Kant in lingua originale – aggiunge Cristina – Lavorava come assistente in università. Ma non viveva da intellettuale. Femminista, convinceva e aiutava le domestiche, tra le quali una sordomuta, a studiare per sfuggire a povertà e sfruttamento: c’è chi è divenuta sarta, chi parrucchiera, chi segretaria. Nel ‘65 mio padre, imprenditore edile, ci fece tornare in Italia per conoscere il nonno. Ma lasciammo l’Argentina per sempre, a “tradimento“".

"Mia madre, saggista di politica e filosofia, scoprì solo in seguito di aver vinto il concorso per il rettorato a Mendoza: la sua carriera fu troncata. Restare in Italia fu un trauma, per lei e per noi figlie che parlavamo solo spagnolo, eravamo abituate alla libertà e a una realtà cosmopolita. Con il senno di poi, ci siamo dette che abbiamo evitato di finire, con mia madre contestatrice nata, tra i desaparecidos". Delia torna all’insegnamento alle medie di Crema. Muore a 89 anni nel 2011. "I suoi studenti la ricordano ancora: come compito per le vacanze li mandava a dipingere la staccionata del canile, lei che amava natura e animali, o faceva loro leggere un quotidiano. Oggi sarebbe felice di questo progetto per valorizzare le donne".