Frecciarossa deragliato: sequestrati i cellulari degli indagati

Interrogati ancora per ore dagli inquirenti, stavolta nella sede Polfer di Lodi, tecnici delle ferrovie e altre persone informate sui fatti

Frecciarossa deragliato a Livraga

Frecciarossa deragliato a Livraga

Lodi, 12 febbraio 2020 - Dagli uffici della procura a quelli della polfer in stazione a Lodi ieri l’attività sull’indagine del disastro ferroviaria del Frecciarossa 9595 deragliato giovedì alle 5.35 tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano è stata frenetica. Il pm di Lodi Giulia Aragno, titolare del fascicolo per disastro ferroviario colposo, lesioni e omicidio colposo, che vede indagata la squadra di manutentori intervenuti sul posto un’ora prima della tragedia operando proprio sul deviatoio definito “punto zero“ del deragliamento, e da lunedì anche Rfi per la legge sulla responsabilità amministrativa, ha voluto ascoltare altri tecnici e persone informate sui fatti. E lo ha fatto negli uffici della polfer di Lodi. Un faccia a faccia durato otto ore (per un’ora ha partecipato anche il procuratore di Lodi Domenico Chiaro (nella foto) che poi si è diretto per la prima volta sul luogo del disastro) per chiarire alcuni punti prima degli accertamenti irripetibili che verranno svolti stamattina sul luogo del deragliamento, costato la vita ai due macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo e il ferimento di 31 persone.

Sul posto andranno i consulenti Roberto Lucani e Fabrizio D’Errico, gli stessi dell’incidente di Pioltello, che analizzeranno il binario di scambio, centraline e comando operativo. Oggi poi verranno ascoltati anche gli addetti della centrale operativa di Bologna che quella notte, poco prima della tragedia, hanno seguito da remoto l’attività della squadra di operai di Rfi. Gli operai manutentori continuano a ribadire alla procura di Lodi di aver lasciato il deviatoio nella posizione corretta, quindi per ”dritta“ in direzione Bologna. Quella notte sul deviatoio numero 5 al chilometro 116 gli operai si erano occupati di una "manutenzione ordinaria" legata a problemi meccanici ed elettrici.

La squadra aveva iniziato il proprio lavoro poco dopo mezzanotte per terminare alle 4.45. Al pm Giulia Aragno e agli uomini della polizia ferroviaria, durante gli interrogatori durati 12 ore che si sono tenuti sabato a Piacenza, hanno più volte ricostruito il loro intervento, spiegando che dopo essere arrivati al Posto di Movimento di Livraga si erano portata sui binari. A questo punto erano intervenuti sul deviatoio incriminato per lavorare su una parte meccanica del binario. Verso la fine dell’intervento, si era però verificata un’anomalia: il sistema non avrebbe letto se il deviatoio era in posizione "rovescio per sinistra" o "dritta". Così era stato "disalimentato" il deviatoio (come scritto dagli operai nel fonogramma alla centrale operativa di Bologna). In pratica gli operai avevano scelto di eliminare la possibilità di cambiare da remoto la posizione.