Virus, le aree infette ai raggi X. Un cubo smart segnala il Covid

Il dispositivo sviluppato nel Parco tecnologico di Lodi: risultato in meno di sessanta minuti

Un laboratorio del Parco tecnologico padano di Lodi

Un laboratorio del Parco tecnologico padano di Lodi

Lodi, 25 ottobre 2020 - È grande quanto una scatoletta ed è in grado di rilevare le aree infette da Covid. Si chiama “bCube“ il dispositivo creato nei laboratori del centro di ricerca Parco tecnologico padano di Lodi per garantire maggiore sicurezza in tutti gli ambienti. Il prodotto è stato ideato dai tecnici dell’azienda Hyris Ltd, la multinazionale attiva dal 2014 nel settore della diagnostica avanzata e in particolare nell’analisi genetica mobile supportata dall’intelligenza artificiale, che ha sedi a Londra, Milano, Singapore e da aprile ha scelto Lodi per la fasa di ricerca e sviluppo.

La piattaforma a forma di cubo, che riesce a svoglere analisi di Dna, garantisce un risultato in meno di 60 minuti. L’utente può scegliere la frequenza (quindi anche più volte nel corso della giornata) e può identificare le aree infette che rappresentano un potenziale pericolo se toccate con le mani. Una soluzione, premiata ad aprile in un bando di Regione Lombardia, che ha riscosso enorme successo nel mondo (soprattutto in Canada) e ha permesso al gruppo di poter investire nella ricerca in Italia, tra Milano e Lodi: Hyris al momento conta 12 esperti, con una previsione di espansione a 20 nei prossimi mesi.

"In un momento in cui molte aziende in Italia hanno chiuso i battenti, cercando all’estero mercati del lavoro forse più economici, ma spesso meno qualificati, abbiamo deciso di puntare sulla preparazione e le straordinarie capacità dei nostri giovani – dichiara Stefano Lo Priore, fondatore e ad di Hyris –. Questa scelta, che a molti allora è sembrata controcorrente, ci premia oggi con incredibili traguardi sia all’estero sia in Italia, e in particolare in Lombardia". Una scommessa vincente, quella dell’azienda innovativa Hyris, apprezzata per la lotta al coronavirus, che ha trovato nel Parco tecnologico padano di Lodi il suo ecosistema ideale. "Per noi è motivo di orgoglio che una società altamente innovativa come Hyris abbia scelto di continuare ad investire sul territorio lodigiano", dichiara Andrea Di Lemma, amministratore delegato di PTP Science Park.