
Don Antonello Martinenghi
Codogno (Lodi), 3 marzo 2020 - Chiese chiuse nella “zona rossa” del Basso Lodigiano. E allora un sacerdote come passa le giornate? La testimonianza è di don Antonello Martinenghi, 58 anni che a Codogno è vicario parrocchiale e cura in particolare il quartiere popolare di Don Bosco, ma che è anche direttore regionale dell’ufficio Migrantes.
Don Martinenghi, come vivete voi sacerdoti queste giornate? "Insieme al parroco monsignor Iginio Passerini noi preti della città ci troviamo alle 10 nella chiesa parrocchiale di piazza XX Settembre e celebriamo insieme una messa a porte chiuse. I fedeli non ci sono, ma possono seguire la celebrazione collegandosi a Radio Codogno sulla frequenza 100.3. Sappiamo che ci sono altre opportunità offerte ad esempio da Tv2000 (la televisione della Cei, ndr), ma questa vuole essere una cosa in più. Una proposta per mantenere un contatto locale coi fedeli". Anche voi non potete oltrepassare i confini della “zona rossa”? "Sì anche noi. La scorsa settimana ad esempio sono andato a Maleo a celebrare il funerale di una 92enne che era ricoverata nella casa di riposo di quel paese. Maleo è un altro comune compreso nella stessa fascia di Codogno e così si sono potuto andare. Il funerale si è svolto nella cappella della casa di riposo. Una suora mi ha fatto da sacrestano. Ed erano presenti solo altre due suore che sono anche loro ricoverate nella struttura assistenziale ed una conoscente. La 92enne era nubile, aveva solo pochi nipoti ed abitano tutti ad Ospedaletto, fuori dalla zona rossa. Così non hanno potuto essere presenti all’ultimo saluto. Il funerale lo abbiamo celebrato così perché la donna non aveva i sintomi del coronavirus. In caso contrario avrei potuto solo benedire la salma e poi ci sarebbe stata direttamente la sepoltura, senza alcuna cerimonia". Lei negli ultimi giorni era impegnato in un giro di benedizioni nelle case del suo quartiere. Adesso avrà sospeso anche quello? "Sì. Fortunatamente avevo quasi finito. Mi mancavano poche vie. Ma sono stato costretto a interrompere". Per quanto riguarda la recita delle lodi mattutine e dei vespri come fate? Ognuno li recita a casa per conto suo? "Facciamo proprio così. Poi apriamo le chiese. Ad esempio la mia al quartiere don Bosco è aperta dalle 7.30 alle 12 e dalle 15 alle 18. I fedeli possono entrare solo per la preghiera personale. Devo dire che qualcuno entra. Me ne accorgo dalle candele che trovo accese. Non nello stesso numero delle normali condizioni ma qualcuno entra". Altre misure che avete adottato? "Sono stati sospesi i ritiri spirituali per i ragazzi delle medie e per gli adulti che erano in programma in questi giorni. Inoltre, ora che è iniziata la Quaresima, metteremo nelle chiese della città delle grosse ceste in cui sia i giovani sia gli adulti possono riporre pasta e riso o altri generi alimentari, Poi li consegneremo alla Caritas per i poveri". Anche l’attività dell’ufficio regionale Migrantes che dirige ha subito conseguenze? "Sì. Abbiamo purtroppo dovuto sospendere il tradizionale pellegrinaggio regionale annuale delle comunità dei migranti organizzato da dieci uffici diocesani lombardi. Si sarebbe dovuto svolgere il 15 marzo a Pavia. Ma non ci sono più le condizioni".