Coronavirus a Lodi: all'assistenza a domicilio "mancano protezioni"

Il monitoraggio dei pazienti dimessi dagli ospedali affidati alle coop di servizi prive di mascherine

Il personale ospedaliero con tute, guanti e caschi anti-contagio

Il personale ospedaliero con tute, guanti e caschi anti-contagio

Lodi, 1 aprile 2020 -  Una parte del monitoraggio dei pazienti affetti da Covid-19 spetterà alle realtà che già svolgono assistenza domiciliare integrata. La Regione, vista la carenza di personale a causa dell’emergenza in diverse province, ha chiesto alle cooperative la disponibilità di estendere il servizio privato per curare a casa anche i malati di coronavirus. Il che significa dotarsi di un equipaggiamento specializzato per garantire un monitoraggio continuo ai malati.

Nel Lodigiano sono diverse le coop attive, tra cui il Mosaico servizi di Lodi. Con circa 500 operatori, è la più grossa del territorio, da oltre 30 anni attiva nella provincia. Avrà il compito di attivare un controllo telefonico e domiciliare (una squadra di infermieri) dei pazienti dimessi dall’ospedale Maggiore di Lodi. "Siamo in prima linea – spiega il presidente del Mosaico, Lucrezia Greco –. Il servizio è partito da appena due settimane e sicuramente subirà delle modifiche con l’aumentare dei casi da gestire dopo le dimissioni dagli ospedali. Il nostro compito al momento è di effettuare controlli telefonici e visite in caso di sintomi o problemi particolari. Naturalmente siamo sempre in contatto con Regione e Asst".

Nel Lodigiano cresce costantemente il numero di pazienti dimessi e che dovranno restare a casa in convalescenza. Inoltre, numeri alla mano, nella provincia epicentro del contagio in Italia, i casi sono in costante calo. Un dato testimoniato anche dagli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore: da circa 120 al giorno, nei primi giorni dell’epidemia, oggi non sono più di una trentina. Fermi a 20, invece, i ricoveri quotidiani in ospedale. Per questo il Mosaico si sta attrezzando, con diverse difficoltà, ad affrontare una sempre maggior richiesta di visite a domicilio nelle prossime settimane. "Non riusciamo a trovare tutte le dotazioni di protezione per il personale infermieristico – dice Greco –. Siamo riusciti a trovare tute e guanti, è più difficile per le mascherine protettive. Su questo aspetto servirebbe maggior collaborazione da parte delle istituzioni, perché non possiamo mandare il nostro personale a incontrare persone con sintomi da Covid-19 senza le dovute protezioni".