Coronavirus, Lodi in lutto: è morto Gino Cassinelli di Num del Burgh

Già infermiere e fisiatra, fondatore di due centri di cura, conosciuto per la sua generosità, con l'associazione aveva promosso epici rally fluviali su Adda e Po e molte iniziative culturali e benefiche

Cassinelli aveva festeggiato il compleanno il 12 febbraio

Cassinelli aveva festeggiato il compleanno il 12 febbraio

Lodi, 20 marzo 2020 -  "Nostro nonno era il numero uno, un eroe, e non solo per noi!". A dirlo, in coro sono Giada, Matteo, Leonardo, Giovanni, nipoti di Gino Cassinelli, 77 anni compiuti lo scorso 12 febbraio, che si è spento questa mattina all'ospedale San Luca di Milano, dov'era stato ricoverato domenica 22 marzo, dopo aver trascorso un paio di giorni all'ospedale Maggiore di Lodi. Figura conosciuta e amata, Cassinelli, prima infermiere, in ospedale e nei poliambulatori di via Fissiraga, poi fisioterapista e massaggiatore della formazione del S.Angelo calcio, aveva promosso molteplici iniziative sia sul piano professionale che su quello culturale ed umanitario.

Era stato infatti tra i fondatori prima del Medical Center, quindi del San Matteo di via Volturno. Dopo aver ideato il 'Palio di Lodi' insieme a Gigi Bisleri, aveva poi dato vita all'associazione 'Num del Burgh', 'Noi del Borgo' in omaggio al rione della città bassa dov'era nato e che amava, con la quale tra il 2003 e il 2018 aveva promosso innumerevoli regate fluviali sull'Adda e sul Po, fino a Venezia: momenti epici di vita vissuta sul fiume che avevano coinvolto, negli anni, centinaia di persone.

L'associazione, come ricorda l'amico Angelo Grecchi, si occupava anche di raccogliere beni per i poveri da distribuire tramite la parrocchia, di promuovere il dialetto tramite un calendario con le foto storiche di Lodi, di portare gli animali in piazza per Santa Lucia. Tra le molte attività anche l'avvio dell''Usteria de San Bassan', che dava lavoro a persone con disabilità, e della 'Casota adrè Ada', senza dimenticare l'impegno con l'Unicef. Da tre anni Num del Burgh aveva anche la gestione dell'isolotto Achilli. I volontari, di tutte le età, non riescono a capacitarsi dell'accaduto: "Gino era la testa, il cuore, le braccia di Num del burgh. La sua energia è sempre stata inesauribile, lui semplicemente c'era sempre e per tutti". "Per il suo compleanno eravamo usciti insieme a pranzo, per me era un fratello - aggiunge Angelo Grecchi -. Dava il suo cuore in mano a tutti: dovevamo organizzare come tutti gli anni la festa del papà alla casa di riposo Santa Chiara, ma, per il virus, non è stato possibile. Era altruista, non meritiva una morte così buia".

Gino Cassinelli, che lascia la moglie Eloisa e le figlie Elena e Simona, ormai da giorni in quarantena preventiva, era stato ricoverato all'insorgere di problemi respiratori: "Siamo orgogliose di lui come marito, padre, nonno" - affermano -. Gino aveva fatto da padre anche a Paolo Cassinelli, figlio della sorella. Oltre ai medici ospedalieri vogliamo ringraziare Giuseppe Meazzi, che pur non essendo il suo medico di base, si è preso cura di lui fino a prima del ricovero". "Abbiamo continuato a parlagli in videochiamata - ricorda la nipote Giada -. Cercheremo di renderlo fiero di noi, come noi lo eravamo di lui. Ora non possiamo essergli vicino con un funerale ma ci sarà modo, un domani, per ricordarlo".