Caso bimba disabile a Cornegliano: "Qui c’è tutta la scuola in gioco"

Il presidente di Ledha chiede di abbassare i toni

L’esterno della scuola: i genitori hanno sollevato il caso con uno sciopero bianco

L’esterno della scuola: i genitori hanno sollevato il caso con uno sciopero bianco

Cornegliano (Lodi), 4 novembre 2019 - «Come Ledha richiamiamo tutti ad un abbassamento dei toni e al senso di responsabilità. Ciò che è accaduto non fa male solo alla bambina disabile ma a tutti i bambini della scuola». Alessandro Manfredi, presidente di Ledha, la rete che raggruppa le associazioni disabili del Lodigiano, interviene sul caso del muro contro muro creatosi tra genitori e docenti per la gestione di una bambina con una forma di disabilità psichica all’interno della scuola elementare Ada Negri. Tutto era partito con lo ‘sciopero bianco’ indetto dalle famiglie che hanno tenuto a casa i proprio figli per richiamare l’attenzione su «un disagio che si trascina dall’inizio dell’anno», accusando la scuola di non aver fatto abbastanza per gestire la bambina che aveva manifestato «episodi di agressività«, come nel caso di una brocca lanciata che aveva colpito una compagna, facendole sanguinare il naso. 

Martedì, nel giorno in cui era stata convocata l’assemblea di classe, aveva avuto luogo una contro protesta con striscioni da parte di una cinquantina di docenti lodigiani che indicavano l’accaduto come «un caso di discriminazione scolastica». «Eravamo stati chiamati dalla dirigente scolastica all’incontro di martedì che poi non è stato possibile tenere - aggiunge Manfredi - Sono casi che, quando esplodono, hanno alle spalle situazioni che durano a lungo. Bisogna riprendere un confronto pacato. La bimba ha problemi di inserimento nella scuola e alcune volte manifesta atteggiamenti poco accettati dai compagni di classe. Quando poi, in questi casi, intervengono le famiglie si creano aspetti di incomprensione e intolleranza, poi degenerati sui social, francamente inaccettabili. La modalità dei manifesti usata dai docenti ha peggiorato la situazione. Sono comportamenti che nuociono a tutti.

Ledha aveva già gestito un caso simile, racconta Manfredi: «E’ accaduto un paio di anni fa in una elementare a Lodi. Un bimbo, inserito con insegnante di supporto, aveva avuto atteggiamenti aggressivi nei confronti dei compagni, cui metteva un po’ le mani addosso, con qualche spintone. E questo non viene tollerato. Le famiglie avevano anche sostenuto che, per stare dietro a quel bambino, non si andava avanti col programma ed, anche in quel caso, avevano minacciato di portare via i bambini dalla scuola. Venne richiesto un nostro intervento, per riportare tutti ad un atteggiamento più riflessivo, ed era servito. In assemblea avevamo cercato di calmare i toni, di spiegare perché anche un ragazzo disabile abbia la possibilità di accedere al diritto allo studio, con tutti i supporti del caso, e c’era stato un atteggiamento di accettazione, la situazione si era tranquillizzata. Speriamo che anche il caso odierno di Cornegliano possa risolversi parlandone insieme e invitando al dialogo».

In entrambi i casi, sostiene Manfredi, il problema non è legato alla carenza di personale di supporto. Nel Lodigiano, rimarca il presidente di Ledha, il personale per i disabili «è sufficiente. Gli insegnanti di sostegno sono 1 ogni 2 alunni disabili; quindi circa 350 su 700 disabili in età scolare (da elementari a superiori) come risulta dai dati del Provveditorato. Ci sono poi, nei casi di non autosufficienza, gli assistenti comunali ad personam gestiti dal Consorzio Servizi alla Persona, prima che alcuni comuni ne uscissero per agire in proprio». Restando in tema scuole, il Comune di Lodi ieri ha reso noto che il guasto all’impianto di riscaldamento della scuola dell’infanzia Serena è stato riparato. Da oggi, dunque, servizio regolare. Resterà interdetta per una settimana, invece, l’area del giardino esterno interessata dallo scavo per la manutenzione della tubatura.