Maxi deposito di gas a Cornegliano: "Per noi l’ampliamento è impossibile"

L’impianto privato è tra i 13 siti strategici nazionali. Potrebbe assicurare due anni di consumo ai lodigiani

Il sito di Cornegliano può garantire lo stoccaggio di 230 metri cubi

Il sito di Cornegliano può garantire lo stoccaggio di 230 metri cubi

Corbegliano Laudense (Lodi) - Venti di guerra spirano sull’Europa: alle bombe sull’Ucraina per l’invasione russa si aggiunge la ‘guerra del gas’, che l’Italia importa per il 38% dall’ex unione sovietica. Mentre Putin chiude i rubinetti a chi non paga in rubli, l’impianto di Ital Gas Storage (Igs) di stoccaggio di gas naturale alle porte di Lodi, ricavato nell’ex giacimento Eni da 2 miliardi di metri cubi nel sottosuolo della Muzza di Cornegliano Laudense, entrato in esercizio il 29 dicembre 2018, diventa così uno dei 13 ‘siti’ strategici per l’economia nazionale, sia per l’erogazione di gas che per la fornitura di energia elettrica (prodotta per il 40% da centrali a gas), insieme ai 9 di Snam e ai 3 di Edison. Con la capacità attuale potrebbe assicurare, per dare un’idea, due anni di consumo di gas alle famiglie della provincia di Lodi (circa 220 mila persone).

In realtà l’impianto, collegato alla rete nazionale, è ciò che viene definito, "di picco", serve cioè a fornire il gas nei momenti di rapida crescita della richiesta, come avviene ad esempio con le accensioni dei riscaldamenti verso il 15 ottobre. Ital Gas Storage, impresa privata (dal dicembre 2021 controllata per il 51% dal fondo F2i; entro il 2023 al 100%) ora nel pieno della razionalizzazione energetica del Governo, spiega come è già cambiato oggi lo scenario: "Siamo all’interno del Comitato tecnico nazionale di emergenza e monitoraggio composto da rappresentanti di ministero della Transizione ecologica (che l’1 marzo ha decretato il riempimento di almeno il 90% degli stoccaggi esistenti entro l’inverno), Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), delle imprese di trasporto del gas (Snam), di trasmissione dell’energia elettrica (Terna), di stoccaggio e di rigassificazione – spiegano da Igs –. Ad oggi abbiamo già allocato in asta per l’anno termico 2022-2023 (aprile 2022 – marzo 2023) circa il 50% della capacità di stoccaggio offerta (109 milioni di metri cubi su 230, ndr )". Ma se prima la logica era stoccare il gas d’estate, scontato, e rivenderlo d’inverno, i ‘venti di guerra’ prevedono un cambio di passo. Il volume offerto è determinato dalle dimensioni del giacimento (sulla carta 1,6 miliardi di metri cubi), ma da oggi "si andrà verso un funzionamento più flessibile, con iniezione ed erogazione su durate più brevi (giorni, settimane), anche per cercare di ‘ricaricare’ gli stoccaggi durante i primi mesi dell’inverno per aumentare il livello di sicurezza nei mesi più freddi".

In tale ottica lo stoccaggio di Lodi "progettato e costruito con l’obiettivo di fornire flessibilità al sistema gas italiano" è pronto a compensare anche "l’impatto dell’intermittenza delle fonti rinnovabili, solare ed eolico". Ital Gas Storage, in ogni caso, mette all’asta gli spazi e fa da ‘magazziniere’ per il gas comprato da altri (ad esempio Enel, A2a) in Russia o altrove e che arriva tramite la rete Snam, ma non è "a conoscenza della provenienza del gas acquistato" dai propri clienti. Inoltre, anche a fronte di ‘necessità di guerra’, "non è tecnicamente possibile riempire gli stoccaggi con cisterne, né ampliare un giacimento sotterraneo".