CARLO D'ELIA
Cronaca

Covid: a Codogno il personale sanitario ora ha paura

Nell’ospedale che per primo ha chiuso per Covid, si lavora sotto organico e sotto stress. E già ci sono le prime ipotesi di dimissione

Decine i medici e infermieri positivi anche se asintomatici nel Lodigiano (Archivio)

Decine i medici e infermieri positivi anche se asintomatici nel Lodigiano (Archivio)

Codogno (Lodi), 6 dicembre 2020 - A Codogno, nel primo ospedale in Italia a essere chiuso per Covid, torna la paura dei contagi. A distanza di nove mesi nel reparto di Medicina, gli stessi corridoi dove il 21 febbraio è stato scoperto il paziente 1, il Covid è tornato a colpire il personale sanitario. Sono circa una decina solo in Medicina, di cui tre medici e otto infermieri. "Sei degli otto infermieri sono gli stessi che all’inizio dell’emergenza sanitaria, con il ricovero in Medicina del paziente 1, sono stati di nuovo contagiati: è una situazione preoccupante perché ora tutto il personale è arrabbiato e impaurito", spiega il sindacalista Fisi Gianfranco Bignamini che sta monitorando anche la situazione del focolaio nell’area Covid free dell’ospedale Maggiore di Lodi. A preoccupare ora è anche la gestione dei pazienti nel reparto del Basso Lodigiano. Sono 34 i posti letto in Medicina e Chirurgia a Codogno che dovranno essere gestiti da una decina di infermieri rimasti a disposizione perché negativi al virus. Le difficoltà sono soprattutto per chi deve organizzare i turni.

Da domani intanto entreranno in servizio i medici e infermieri dell’Esercito. Secondo i sindacati però sono troppo pochi per affrontare l’emergenza. In Pneumologia sono quattro infermieri e tre medici i positivi. In Chirurgia altri quattro medici, secondo i sindacati. "Alla situazione di grande difficoltà si aggiungono almeno cinque pazienti ricoverati nei reparti di Medicina che sono risultati positivi nell’ospedale di Codogno – spiega Bignamini –. Il personale è allo stremo: si continua a lavorare sotto organico, con infermieri e medici che smontano dal turno di notte e altri che sono pronti a fare il doppio turno di servizio per dare una mano. Sono persone eccezionali che meritano un coordinamento dall’Azienda più corretto.

A oggi (ieri per chi legge, ndr ) nessuno della dirigenza si è visto a Codogno". Intanto sono due gli infermieri che ieri hanno annunciato di voler dimettersi. "Si tratta di personale con oltre 30 anni di servizio e che lavora in condizioni non più accettabili. Tanti hanno paura di prendere il virus in corsia. Il focolaio esploso nei nostri ospedali è la dimostrazione che i presidi lodigiani non sono sicuri. Tutto questo è successo perché con le carenze il personale sanitario continua a girare nei reparti". Intanti ieri il Lodigiano è stata la provincia lombarda con meno nuovi casi di contagio: 35. Poi Cremona con 71. A Pavia i nuovi casi sono stati 172.