Codogno, "Nessuno misura la febbre in ospedale"

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Nessun controllo all’ingresso dell’ospedale di Codogno. Una situazione denunciata dal sindacato Fisi e che riguarderebbe solo il fine settimana. Ieri infatti è stata notata l’assenza di un operatore sanitario a presidiare gli accessi nel primo ospedale italiano chiuso per coronavirus. Si tratta dell’ingresso che porta al Cup ed al centro prelievi, e da dove si può accedere a tutto l’ospedale. Un controllo decisivo perché l’operatore all’ingresso (a quanto pare dal lunedì al venerdì) ha il delicato compito di rilevare la temperatura corporea, far indossare la mascherina chirurgica e invitare le persone a igienizzarsi le mani.

"È una situazione incredibile - dice il segretario provinciale Fisi, Gianfranco Bignamini (nella foto) -. Nel primo ospedale colpito dal Covid, il sabato non c’è controllo come invece accade nella settimana e tutti sono liberi di entrare o uscire a proprio piacimento, senza igienizzare le mani, con mascherina di stoffa. I rischi sono enormi". Lo stesos non accade però n all’ospedale Maggiore di Lodi, dove i controlli sono costanti.

Continuano intanto le donazioni dei privati per gli ospedali lodigiani. A fine settembre sono stati erogati circa 21mila euro all’Asst di Lodi attraverso l’iniziativa di crowdfunding intitolata “Covid-19. Un aiuto per chi aiuta”. Oltre 2 milioni di euro finora sono stati raccolti. C.D.