Chef lodigiano morto a New York, nel viavai dall'hotel i complici della escort

Gli investigatori iniziano a passare al setaccio i filmati delle telecamere della zona

Andrea Zamperoni

Andrea Zamperoni

Lodi, 29 agosto 2019 - Quando gli agenti hanno bussato alla camera 15 dell’edificio 3 del Kamway Lodge, alle 20.30 americane del 21 agosto, Angelina Barini ha aperto e richiuso velocemente la porta. Dal pianerottolo i poliziotti hanno sentito rumori sospetti provenienti dall’interno, come se Angelina non fosse sola. Pochi istanti, poi la porta si riapre. E la scoperta dell’orrore. Il corpo senza vita di Andrea Zamperoni. La prostituta che ha confessato di aver ceduto allo chef lodigiano ecstasy liquido mischiato a Fentanyl viene arrestata.

Gli investigatori iniziano a passare al setaccio i filmati delle telecamere della zona. Scoprono che una carta di credito American Express intestata al capocuoco del ristorante Cipriani Dolci è stata utilizzata. Quella stessa carta poi rinvenuta sotto al corpo ormai senza vita del trentenne lodigiano. Prelievi ad alcuni bancomat della zona, effettuati da un uomo ripreso dai sistemi di videosorveglianza. Gli agentiI della polizia di New York lo stanno cercando. E sono a caccia anche di eventuali altri uomini che potrebbero avere avuto un ruolo nella morte di Andrea Zamperoni, in quel continuo viavai di persone ripreso dalle telecamere del motel nelle ore precedenti il ritrovamento del cadavere.

La stessa Angelina, interrogata dalla polizia, avrebbe coinvolto «altre persone», a cominciare dal suo protettore che le avrebbe impedito di dare l’allarme quando si è resa conto che Zamperoni «non si era svegliato e perdeva sangue dal naso e dalla bocca». Lei resta in carcere, per il momento solo con l’accusa di aver spacciato droga e Fentanyl. Sul fronte italiano, slitta a domani per motivi tecnici e burocratici» il rientro della salma di Zamperoni.