Andrea Zamperoni morto a New York: volevano fare a pezzi lo chef

Monosillabi dall’arrestata, ma qualcuno ha usato la carta di credito di Andrea

Andrea Zamperoni

Andrea Zamperoni

Lodi, 28 agosto 2019 - Resta in carcere. Senza possibilità di essere rilasciata tramite il pagamento di una cauzione. Angelina Barini, prostituta di 41 anni, è accusata di aver ceduto allo chef lodigiano Andrea Zamperoni una dose fatale di ecstasy liquida con Fentanyl. L’arresto della donna, trovata nella camera del Kamway Lodge insieme al corpo del 33enne, ha portato a una svolta nelle indagini: Barini è accusata anche della morte di altri due uomini a luglio. E ancora, il magistrato federale le contesta la cospirazione per distribuzione e possesso per spaccio di sostanze contenenti Fentanyl. Le indagini si stanno concentrando soprattutto sulla morte di Zamperoni, ritrovato senza vita mercoledì 21 in una camera dell’ostello già “visitato” più di venti volte dall’inizio dell’anno dalle forze di polizia newyorkesi. C’è poi un altro giallo emerso nella tarda serata di ieri (ora italiana): qualcuno ha utilizzato una carta di credito intestata allo chef dopo la sua scomparsa. Prelievi che sarebbero stati filmati. La carta è stata trovata nella camera dell’ostello dove è stato recuperato il corpo senza vita di Zamperoni. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, Barini ha raccontato durante il processo, a cui ha risposto a monosillabi assistita dall’avvocato Mildred Whalen, di aver incontrato domenica notte Zamperoni e di avergli consegnato la dose fatale dopo un rapporto: la 41enne ha spiegato che il capo chef di Cipriani Dolci non si è svegliato e perdeva sangue da naso e bocca. La donna avrebbe voluto contattare la polizia ma il protettore, ricercato insieme ad altre persone che occasionalmente derubavano i suoi clienti, l’avrebbe obbligata a desistere. E così come ripresa alle 4.58 con Zamperoni tra sabato e dominica, Barini è stata ripresa il giorno dopo mentre recuperava un contenitore da un vicolo vicino e poi rientrava nella stanza in cui, oltre agli effetti personali della vittima, al forte odore di incenso e dell’inequivocabile presenza di un cadavere, veniva ritrovata anche una sega elettrica che il protettore della donna voleva utilizzare per far sparire il cadavere del 33enne all’interno di una valigia. Di quanto emerso però Oriella Ave Dosi, madre di Zamperoni, non vuole sentir parlare. «Non ci credo. Non sono cose vere, quindi a me non interessano – ripete –. In queste ore hanno detto che noi genitori eravamo andati a New York e invece siamo qui: non sono cose vere». «Incredibile, non ci sono altre parole – commentano invece da Zorlesco dove in tanti conoscevano Andrea –. Ora speriamo si faccia definitiva chiarezza sull’accaduto». La salma di Zamperoni dovrebbe rientrare in Italia domani sera.