Lodi, Cattedrale vegetale: corsa contro il tempo per abbattere l'opera di Mauri

L’ordinanza scade: restano meno di due settimane per abbattere quel che resta della discussa opera e riaprire la pista ciclabile

Cattedrale vegetale

Cattedrale vegetale

Lodi, 21 dicembre 2019 - Meno di due settimane per abbattere quel che resta della Cattedrale vegetale di Lodi e riaprire la pista ciclabile. Gli uffici del Broletto stanno valutando gli ultimi aspetti del progetto per il ripristino dei luoghi alla loro condizione precedente alla realizzazione dell’opera di Giuliano Mauri sull’area ex Sicc. Mancherebbero alcuni dettagli, poi si procederà con l’affidamento dei lavori. Oltre a rimuovere l’ex opera d’arte, tanto discussa in città, questa mossa della Giunta Casanova ha l’obiettivo di sbloccare il passaggio ciclopedonale che attraversava la Cattedrale vegetale è che è transennato per motivi di sicurezza da un anno e mezzo.

Il tempo però stringe perché l’ordinanza sindacale, già rinnovata tre volte dal primo cittadino Sara Casanova, scadrà il 31 dicembre. La richiesta agli uffici comunali di chiudere questo iter era partita a settembre proprio dal sindaco Casanova che aveva ordinato la messa in sicurezza definitiva dell’area sulla quale nel 2016 era stata realizzata e inaugurata la Cattedrale vegetale. L’opera è inagibile dal settembre del 2018 per il cedimento di alcune delle alte colonne di sostegno in legno che avrebbero dovuto accompagnare nella crescita più di un centinaio di giovani piante messe a dimora al loro fianco. Una perizia ha attribuito i crolli alla marcescenza del legno delle colonne, che da perizia risulterebbero non sicure. Su questo aspetto il Comune è a lavoro anche per chiarire eventuali responsabilità dopo i cedimenti dell’opera.

"Daremo mandato ai legali di procedere in tutte le sedi: se la struttura è durata appena due anni vuol dire che qualche problema c’era", aveva detto il primo cittadino durante il Consiglio comunale che annunciava la mossa dell’amministrazione comunale. Per la Giunta Casanova-Maggi, dietro ai crolli, potrebbero esserci "responsabilità politiche molto chiare dei precedenti amministratori, alcuni dei quali ancora in Consiglio". L’avvocato Francesco Adavastro, con studio a Pavia e Milano, incaricato dal Comune dovrà occuparsi di quattro punti-chiave della vicenda: il primo riguarda direttamente gli eredi dell’artista Giuliano Mauri che qualche mese fa hanno presentato un atto di messa in mora (poi depotenziato) relativo all’uso e sfruttamento del nome "Cattedrale vegetale" e "Giuliano Mauri" con riferimento alla presunta titolarità del diritto d’autore.

Il legale dovrà chiudere anche il contenzioso con la ditta Veris srl, società appaltatrice del servizio di fornitura del legname per costruire la Cattedrale. Uno dei nodi è quello dei costi sostenuti per la realizzazione della monumentale opera: 108 colonne di legno per 5 navate, con un’altezza di 18 metri e 72 di lunghezza, per una spesa di 280mila euro. A sostenere il progetto della Cattedrale vegetale, con 125mila euro di soldi pubblici, è stata Regione Lombardia, sostenuta dalla Triennale di Milano, cui si aggiungono fondi privati. Sul caso Cattedrale vegetale la Regione è sempre rimasta in silenzio in questi mesi, non prendendo una chiara posizione su questa vicenda. Gli enti privati invece si sono già fatti sentire a Palazzo Broletto. La Fondazione della Banca Popolare di Lodi, per esempio, a fine febbraio aveva revocato il contributo per l’illuminazione dell’opera bloccando i 17mila euro stanziati al Broletto e riservandosi di valutare la richiesta di restituzione dei 40mila euro già erogati. Anche questa posizione, quella della Fondazione, sarà al vaglio del legale del Comune.