Case di comunità a rilento: due anni d’attesa per Lodi

L’incontro al Ridotto delle Vigne per fare il punto sulle cinque aperture previste L’unica attiva da febbraio è a Sant’Angelo, le proteste di associazioni e cittadini

L’inaugurazione a Sant’Angelo della prima Casa e del primo Ospedale di comunità

L’inaugurazione a Sant’Angelo della prima Casa e del primo Ospedale di comunità

Lodi - ​Sono un po ’ come l’isola che non c’è le Case di comunità territoriali, destinate ad accogliere i pazienti e fornire cure e specialisti, senza che siano più palleggiati tra medici di base, cup e ambulatori o che ricorrano ai privati, viste le liste di attesa: sulla carta sono il luogo ideale, ma sono ancora lontane dalla realtà. Non a caso i toni, all’incontro sul tema (ieri in un affollato Ridotto delle Vigne) voluto dal Comune di Lodi per promuovere un dialogo tra Asst, protagonista di questa trasformazione, Ufficio di Piano ed enti del Terzo settore, chiamati alla progettazione partecipata, si sono accesi quando è stata data la parola ad associazioni e cittadini. Delle 5 Case di comunità, l’unica attiva da febbraio è quella di Sant’Angelo. A settembre ha preso avvio quella di Codogno, mentre a Casale dovrebbe aprire a dicembre (tutte negli ospedali). Per Lodi bisognerà aspettare dicembre 2024 con le sedi, da ristrutturare, in via Bianchi e all’ex Maternità e quella, oggetto di trattativa con la Regione, al Parco tecnologico.

"Forti dell’esperienza dei 7 mila pazienti assisti a domicilio durante la pandemia – ha spiegato Enrico Tallarita, direttore sanitario dell’Asst – entro fine ottobre attiveremo la Centrale operativa territoriale che prenderà in carico le persone e farà da raccordo tra servizi e professionisti. Chi ha bisogno può rivolgersi alla Casa di Sant’Angelo, aperta dalle 8 alle 16 ma non ancora completa per problemi di spazio. Stiamo riorganizzando i servizi, siamo aperti al confronto". Il raccordo delle Case coi servizi sociali comunali avverrà, ha spiegato Ilaria Gandini dell’Ufficio di Piano, attraverso "la condivisione, su apposita interfaccia, delle cartelle sociali e sanitarie delle persone", con particolare attenzione ai più fragili.

"Lodi ha il record di tumori per inquinamento – ha ricordato la consigliera comunale, Silvana Cesani –: bisogna tornare ad analizzare i dati epidemiologici. Mancano le risorse, ma la sfida delle Case è osare e partecipare, lavorando insieme". Poi i nodi venuti al pettine: infinite code di attesa e disservizi. "A un paziente che necessita di un elettrocardiogramma consiglio il pronto soccorso, dove attende ore, o il privato – ha sottolineato Valerio Migliorini, medico di base in pensione –. Nel week end la guardia medica è oberata e non va a domicilio". Applausi per Claudio Lunghi, dei Pensionati Cisl: "Nessuno sa della Casa di Sant’Angelo, mancano servizi e informazione. Si usi questa prima per sperimentare come far funzionare le altre". A Lodi, è stato rimarcato, mancano servizi oncologici, tutti concentrati nella Bassa.