Casalpusterlengo, si cerca una mediazione sulla moschea

Si muove l’Unione comunità islamiche d’Italia (Ucoii)

Il sindaco Gianfranco Concordati

Il sindaco Gianfranco Concordati

Casalpusterlengo (Lodi), 8 febbraio 2019 - «Cercheremo di mediare nella vicenda per poter trovare una soluzione con le istituzioni preposte». Ieri, un po’ a sorpresa, è arrivato un comunicato ufficiale da parte dell’Unione Comunità Islamiche d’Italia (Ucoii) con il quale si annuncia una sorta di “commissariamento” dell’associazione centro culturale islamico di Casale. «La necessità di tale delega speciale è nata in seguito all’ordinanza emessa il 14 gennaio dal Comune contro l’associazione e che intima il «ripristino dello stato dei luoghi da edificio di culto a servizi tecnologici» della struttura di via Crema – si spiega nella nota – l’ordinanza prosegue con il "divieto di utilizzo dell’immobile come luogo di culto" e si ammonisce che, in caso contrario, verrà eseguita un esproprio dell’immobile, ora di proprietà dell’associazione».

Non si fa cenno però ad eventuale ricorso al Tar per cercare di fermare l’effetto dell’ordinanza, anche se sembra che il procedimento andrà in quella direzione. Quindi “mediazione” sembra essere la parola d’ordine tenuto conto che, come ribadisce il segretario di Ucoii Yassine Baradai, affiancato dall’ufficio legale, «occorre trovare una soluzione con le istituzioni preposte alla ormai ricorrente problematica relativa alle destinazioni d’uso delle sedi associative». Come mai l’Ucoii è sceso in campo ed ha deciso di intervenire in questo momento delicato dell’iter procedurale? «L’intervento dell’Unione si è reso necessario poiché la stessa ha contribuito all’acquisto dell’immobile di via Crema mentre l’associazione casalina risulta essere membro dell’Ucoii ormai da diversi anni» – spiegano i fedeli islamici – l’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia continua a monitorare il territorio nazionale per intervenire nella risoluzione delle problematiche locali delle diverse Comunità e delle istituzioni con le quali si interfacciano».

Ieri l’amministrazione comunale non ha voluto dire nulla sulla vicenda: il sindaco Gianfranco Concordati ha risposto “no comment” alla richiesta di una dichiarazione in merito. Nel 2013 l’associazione culturale aveva acquisito, e ristrutturato, l’immobile situato presso la linea ferroviaria che però il piano di governo del territorio destinava ad impianti tecnologici; la successiva istanza di modifica della destinazione d’uso ricevette il diniego dell’allora giunta di centrodestra. I lavori di riqualificazione proseguirono senza nessun tipo di contestazione da parte degli enti preposti, ma nel maggio del 2016 quando gli islamici decisero di inaugurare ufficialmente la struttura, partirono i controlli fino all’atto finale dell’ordinanza di metà gennaio.