Strade a senso unico ma non per le biciclette: "Lodi funzionano bene"

I ciclisti sperano che il ministro Lupi non le vieti di Laura De Benedetti

Una pista ciclabile a Lodi (Cavalleri)

Una pista ciclabile a Lodi (Cavalleri)

Lodi, 8 settembre 2014 - «Senso unico, eccetto bici». Nel capoluogo le biciclette possono girare liberamente in tutta la Zona a Taffico Limitato ma ci sono anche altre strade, a ridosso del centro, in cui chi cavalca una due ruote a pedali può procedere ‘contromano’ rispetto alle auto: via Castelfidardo nè è l’emblema, ma di recente vi è stata aggiunta anche tutta la ‘zona 20’ di via Fanfulla - via Solferino con le relative traverse in cui pedoni e bici hanno la precedenza rispetto ai mezzi a motore. Ed infatti Lodi è stata indicata ‘a modello’, insieme a Bolzano, Reggio Emilia, Ferrara, Padova, da Giulietta Pagliaccio, presidente di Fiab (Federazione Italiana Amici Bicicletta) per controbattere al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che, nel percorso di revisione del Codice della Strada in Parlamento, vorrebbe introdurre il divieto specifico all’ “eccetto bici”, ritenuto pericoloso. «Abbiamo introdotto l’ “eccetto bici”, approfittando del limbo normativo, con una delibera nel 2006 e l’esperienza, applicata ad una quindicina di strade, è stata positiva — commenta il sindaco di Lodi, Simone Uggetti —. Anzi, individuato il contesto urbano adeguato, aumenta la sicurezza. Non lo si può fare ovunque: bisogna valutare se la zona è nel centro storico, il calibro della via, se ci sono auto in sosta o dissuasori, bisogna poi predisporre l’adeguata cartellonistica, ma alla fine, in un posto in cui lo spostamento in bici è comunque ordinario, si registra un aumento dei ciclisti, come già dimostrato in molte città d’Europa. A mio avviso l’ “eccetto bici” andrebbe introdotto e non vietato dalla legge, ma non ci potrà mai essere una normativa applicabile a tutte le situazioni: le valutazioni andrebbero poi fatte localmente.

Non ha senso comunque parlare, in alternativa, di ciclabili: ci sono contesti urbani in cui non le puoi fare, gli spazi sono troppo stretti. Ci auguriamo che il divieto non venga introdotto, costringendoci a togliere l’ “eccetto bici”: noi continueremo a lavorare con Fiab a sostegno della mobilità sostenibile». «Le ultime vie “eccetto bici” introdotte a Lodi sono Gabiano e Calipari — ricorda Pina Spagnolello, presidente di CicLodi Fiab —. Ricordo i timori per l’introduzione in via Castelfidardo: invece, l’automobilista, automaticamente, rallenta. In una città medioevale non puoi realizzare ciclabili ovunque e i ciclisti non fanno i percorsi delle auto intorno al centro, tagliano dritti verso la piazza. Per cui si tratta di introdurre un vincolo di sicurezza che avvisa gli automobilisti, si evita che in caso di incidente l’assicurazione non ne risponda. E poi, non sono le bici ad essere contromano ma le auto ad avere un senso unico. L’onorevole Paolo Gandolfi, già assessore alla mobilità a Reggio, aveva introdotto l’ “eccetto bici” in tutto il centro, via Emilia compresa, facendo aumentare l’uso della bici del 9%; così in Europa. Ora, in vista della riforma del codice della strada, ha presentato delle proposte che noi, come Fiab, sosteniamo».

laura.debenedetti@ilgiorno.net